IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA
Un film che ci insegna a riflettere sul bullismo
Il 4 novembre 2024 noi alunni della Scuola Secondaria di primo grado “Zirilli” siamo andati al cinema per vedere “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, un film che tocca il cuore e ci fa capire quanto il bullismo e il cyberbullismo possano ferire le persone.
Il film è ispirato alla storia vera di Andrea Spezzacatena, un ragazzo che si è tolto la vita a causa delle vessazioni subite. Il suo ruolo è interpretato magistralmente da Samuele Carrino, che riesce a farci vivere il dolore e la speranza di Andrea.
Andrea era un ragazzo pieno di entusiasmo e con una grande voglia di vivere. Amava andare a scuola, infatti il primo giorno di scuola si svegliò prestissimo, arrivando in anticipo, felice di cominciare una nuova avventura.
Aveva un rapporto speciale con la sua famiglia e cercava sempre di rendere felici i suoi cari, come il fratellino, con cui condivideva momenti di spensieratezza e balli sulle note della loro canzone preferita.
L’amicizia e la fragilità di Andrea
A scuola ritrova Christian, un ragazzo incontrato al corso di canto per il Papa. Andrea, desideroso di diventare suo amico, comincia a comportarsi male per compiacerlo, senza rendersi conto che quei gesti avrebbero avuto conseguenze. Quando suo padre lo mette in punizione, sua madre cerca di capirlo e consolarlo, dimostrando quanto gli volesse bene.
Tuttavia, la serenità familiare si incrina: i genitori di Andrea iniziano a litigare spesso e, pochi giorni dopo, decidono di separarsi. Questo crea ancora più confusione e dolore in lui. Sara, la sua migliore amica, cerca di aiutarlo, consigliandogli di pensare più a se stesso, ma Andrea fatica a farlo.
I pantaloni rosa: simbolo di libertà e bullismo
Un giorno sua madre gli regala un paio di pantaloni rossi che, per un errore di lavaggio, diventano rosa. Andrea, invece di vergognarsene, li trova originali e li indossa con orgoglio.
Ma a scuola Christian e i suoi amici iniziano a prenderlo in giro, deridendolo per quel capo così diverso dagli altri. Andrea, ferito ma ancora fiducioso, si lascia ingannare da Christian, che finge di essere suo amico. Christian lo convince a vestirsi da donna al ballo scolastico per “fare colpo” sui social, ma in realtà lo espone a una crudele umiliazione.
L’epilogo doloroso
Durante il ballo, Andrea viene deriso davanti a tutti.
Profondamente ferito dal tradimento e dall’umiliazione, si rifugia nel silenzio, piangendo lontano dagli altri. Quando torna a casa, cerca di non far preoccupare sua madre, nascondendo tutto ciò che ha subito. Il giorno dopo, però, scopre una pagina Facebook creata solo per insultarlo. Tra i commenti cattivi, uno lo colpisce al cuore: “Se fossi in lui, mi ammazzerei”.
Questo lo distrugge. Andrea spegne il computer e chiede a sua madre il permesso di festeggiare il suo compleanno alle giostre.
Lì vive una giornata meravigliosa, circondato dall’affetto della sua famiglia. Ma quella giornata felice era un addio. Il giorno dopo, Andrea viene trovato morto, senza lasciare spiegazioni.
Una lezione per tutti
“Il ragazzo dai pantaloni rosa” non è solo un film, ma un grido d’aiuto.
Ci fa capire quanto le parole possano ferire, specialmente online, dove si pensa di poter dire tutto senza conseguenze.
Andrea era un ragazzo come tanti, con sogni, passioni e una grande sensibilità. È un invito per tutti noi a riflettere sul valore della gentilezza e sull’importanza di sostenere chi è in difficoltà.
Non basta guardare il film: dobbiamo imparare a essere amici veri, a rispettare gli altri e a non restare mai in silenzio di fronte al bullismo. Questo film ci ha fatto piangere e pensare tanto, e speriamo che serva a cambiare qualcosa, almeno un po’. Perché nessuno merita di sentirsi solo come Andrea.
Articolo realizzato dagli alunni della classe 2C Scuola Secondaria di primo grado “Zirilli” IC Terzo Milazzo
Giorgia Calapà
Nicole De Gaetano
Michelle Lisa
Jennifer Bilardo,
Riccardo D’Amico
Riccardo Sapia