Il mare è la Sicilia stessa
La classe I D, attraverso la poesia, ha celebrato la bellezza del mare siciliano. Il mare, per chi vive in Sicilia, è un secondo padre, un padre amorevole, a volte brutale. L’acqua del mare ci scorre nelle vene, ci brucia in gola ogni volta che tra le onde andiamo giù, la respiriamo al tramonto sulla battigia, ci sussurra dolci melodie. E giorno dopo giorno ci innamoriamo del mare e non possiamo più farne a meno. Da queste riflessioni sono nati questi semplici versi.
IL MARE DELLA MIA TERRA
di Marta Bellino
Il mare della mia terra è magico.
Spiagge di sassi a ponente,
niente scogli né conchiglie,
solo ciottoli piccoli, porosi, levigati.
Al tramonto il cielo diventa fuoco
e arde a poco a poco le incantevoli isole Eolie,
le sette sorelle.
Spiagge di rocce a levante,
enormi massi da scalare
e conchiglie di forme e colori sempre nuovi
da collezionare.
Da lì ho visto l’alba:
mi ha incantata e ipnotizzata,
un paradiso di colore.
Da sempre respiro quest’aria
che profuma di salsedine
e nutre il mio cuore di emozioni.
Da sempre la brezza mi accarezza i sensi
e mette ordine nei miei pensieri.
Mar Mediterraneo
di Ales Sonia
Sul blu profondo del Mediterraneo,
dove il cielo si fonde con l’acqua
in un bacio,
le onde danzano al ritmo di un antico pianoforte
e il sole accarezza l’aria.
Qui, dove il sole dipinge d’oro il crepuscolo
e le stelle sussurrano segreti alle conchiglie,
sento pulsare il cuore del mondo.
Il vento soffice porta con sé il profumo di storie perdute,
mentre il mare si riempie di sogni.
In questa sintonia di colori e suoni,
sento un vortice di emozioni avvolgermi.
E così tra la schiuma e il respiro del mare
scopro la pace in un abbraccio salmastro.
Il Mediterraneo, specchio delle mie passioni,
mi avvolge, mi stringe a sé, sa di casa.
U mari i Milazzu
di Stefano Currò
U mari i Milazzu ‘nta ‘stati ieni chinu i genti chi si faci ‘u bagnu.
I picciriddi vaddunu i pisci natari ‘nto fundu
e quannu smovunu i petri, l’ucchiati venunu tutti a galla pi manciari.
Se ti stai femmu, comu na statua nta’ l’acqua,
i pisci venunu sutta i to pedi.
Ahhh i medusi sunnu terribili!
I picciriddi, appena vidunu na medusa,
scappunu a riva iettandu lagni,
allura a mamma a pighia e a nesci di l’acqua
facendula squagghiari supra a petra caudda o suli.
I picciriddi cuntenti si iettunu tonna vota nta’ l’acqua.
IL PESCATORE
di Irrera Antonio
Un pescatore solitario va via
sul blu cobalto seguendo la scia.
Il volto marrone bruciato
dal sole caldo
è segnato.
Sogna una pesca abbondante,
ma il suo cuore si fa pesante.
Ci sono i ricordi dell’infanzia
dentro quel mare profondo,
cullati da un canto, piano piano vanno a fondo.
Intanto il suo sguardo si perde lontano
seguendo il promontorio siciliano,
alle sue spalle un vulcano fuma
e all’orizzonte il tramonto sfuma
sulle isole Eolie,
le sue perle
tante città vorrebbero averle.
La spiaggia è affollata, assolata, chiassosa
piena di gente festosa.
Il pescatore solitario va via
sul blu cobalto seguendo la scia.
Mare mio
Di Vitale Melissa
Mare mio,
ti conosco da sempre
di te non mi posso scordare.
Ti guardo e l’occhio si perde,
non capisce più quale è cielo e quale è mare.
Mi immergo nelle tue profondità
e scopro un mondo subacqueo,
un tesoro negli abissi.
Il vento ti stuzzica
e tu tremi come un bambino.
Grandi onde mi rincorrono
come se mi volessero acchiappare,
scappo ma poi mi lascio trasportare giù.
Risalgo e torno a respirare.
Mare mio,
ti conosco da sempre,
ma ogni giorno mi innamoro di te.