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Grazie, Emmeline, una donna che ha cambiato il mondo

Emmeline potrebbe essere una nostra amica, perché no, un’amica che combatte per tutti noi. A lei, io, da donna, offrirei la mimosa. Lei è quella che ebbe il coraggio di sfidare l’arroganza dello strapotere degli uomini, soprattutto in un’epoca in cui le donne erano considerate esseri umani di serie B.

Oggi l’ 8 marzo, per molte, è un momento da festeggiare con le amiche, andare a cena fuori, i ristoranti strapieni di donne che cantano e ballano, con le mimose bene in vista e gli uomini che si adoperano per gli auguri alle donne. Ma questo è solo la parte consumistica della ricorrenza perché, tra gadget e mimosa, si è venuto a creare un colossale giro di affari.

Personalmente ritengo invece che non ci sia niente da festeggiare. Festeggiare cosa? Quello che già è un nostro diritto? Quello che per gli uomini è stato sempre scontato dalla notte dei tempi?

In realtà l’8 marzo si celebra la “Giornata internazionale della donna” per far capire quanto hanno sofferto le donne per ottenere i loro diritti, il diritto al voto, il diritto al lavoro, il diritto alla stessa retribuzione, anche se in molti settori, ancora, con la stessa mansione essa è pagata meno rispetto all’uomo.

emmeline,

Credo che le donne abbiano pagato un prezzo molto alto per ottenere tutto ciò, e mi riesce veramente difficile immaginare un mondo in cui la donna sia stata costretta a restare sottomessa ed inascoltata. Ma sono state tante le donne che non si sono assoggettate agli uomini e tra queste abbiamo una grande protagonista: Emmeline Pankhurst, un’attivista politica che ha aiutato le donne ad ottenere il diritto di voto, creò e fu la leader del movimento delle suffragette in Gran Bretagna. La sua ribellione la portò ad essere incarcerata più volte e con le sue compagne attuò lo sciopero della fame. Le suffragette picchiate, denigrate erano considerate delle “poche di buono”, perché dovevano stare a casa a servire il marito invece di “urlare” i loro diritti. Grazie invece ad Emmeline, che non si arrese, il Parlamento inglese approvò la legge per la quale pure le donne potevano votare, anche se lei morì prima che il suo sogno si realizzasse. Un sogno che noi oggi forse diamo per scontato e che dobbiamo invece apprezzare ogni giorno.

Perchè non è tutto oro quello che luccica e, se noi occidentali possiamo ritenerci “fortunate”, in alcuni Paesi orientali, dove vige la Sharia, nascere donna è già quasi una condanna a morte, non si ha nessun diritto, il padre prima il marito dopo decidono per lei. Qui la strada per la parità è ancora lunga e difficile.

Ripensando a tutto questo, alle lotte per la parità e alle diseguaglianze ancora presenti, la “Giornata Internazionale della Donna” deve perciò diventare, al di là della semplice ricorrenza, un’importante occasione per riflettere e a ricordare che la donna e uomo sono complementari, nessuno deve prevalere sull’altro ed entrambi hanno gli stessi diritti.

L’8 marzo allora, le mimose lasciamole sugli alberi, e alle donne regaliamo rispetto e gentilezza.

Rita Calderone Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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