Gli alunni della scuola secondaria “Foscolo” incontrano e intervistano il vicequestore Antonio Rugolo
Si è svolto mercoledì 28 febbraio 2024, presso la palestra auditorium della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto, organizzato nell’ambito del progetto della Polizia di Stato “PretenDiamo Legalità” e rivolto a tutti gli alunni delle classi seconde e terze, un interessante l’incontro con i rappresentanti del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza, il vicequestore dott. Antonio Rugolo e l’ispettore Stefano Cianciolo.
Accolto dalla Dirigente scolastica prof.ssa Felicia Maria Oliveri e dalla referente del progetto legalità prof.ssa Michaela Munafò, il vicequestore ha avuto l’opportunità, nel corso della mattinata, di affrontare con i ragazzi argomenti molto delicati riguardanti la legalità e le sue problematiche, come il bullismo e cyberbullismo, l’omertà presente in Sicilia nel passato e adesso ancora persistente nella comunità, l’uso sempre più precoce di droga e di come essa oggi sia consumata e venduta, non solo ad adulti ma anche a minorenni. È stata poi molto coinvolgente la parte finale dell’incontro, quando gli alunni hanno avuto la possibilità di porre svariate domande alle quali il vicequestore ha risposto con pazienza e chiarezza. Dopo i saluti generali, però, per comprendere meglio la complessità che il ruolo di tutela della legalità e della sicurezza della collettività ha per ogni rappresentante delle Forze dell’Ordine, sono stati posti al dott. Rugolo alcuni quesiti non solo sulla vita lavorativa, ma anche personale.
Ecco l’intervista.
Dott. Rugolo, sappiamo che lei è originario di Barcellona Pozzo di Gotto e che ormai da diversi anni è il responsabile del locale Commissariato. Come vive il suo lavoro nella città in cui è cresciuto?
Che dire? Io mi trovo bene. Prima ero in altre zone e ho girato tantissimi comuni; poi, siccome era andato via il dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Barcellona, il questore mi ha chiesto di venire qui. Ho fatto presente che sono originario di questa città, ma lui mi ha risposto: “Non mi importa. L’importante è fare in maniera leale e oggettiva il proprio lavoro”. E così ho cercato sempre di fare. Qui mi trovo benissimo, anche perché quando qualcuno fa il proprio lavoro onestamente non ci sono parenti o amici che tengano, e c’è un indubbio vantaggio poiché ho una forte conoscenza della criminalità organizzata del posto.
È quindi più difficile, o facile, lavorare qui, diversamente in un’altra città, dove sicuramente lei è già stato?
Da un punto di vista di conoscenza del territorio, come ho detto prima, è sicuramente più facile, e altre difficoltà non ne ho trovate. Anche perché, quando si fa il proprio lavoro onestamente, chiunque deve rispettare la legge, amico o non amico.
Lei e la sua famiglia avete mai ricevuto minacce? E lei ha paura di queste minacce, non tanto per lei, quanto per la sua famiglia?
In Sicilia no, non è accaduto, in Calabria qualcosa. Ma non ho paura, anche perché altrimenti non potrei fare il lavoro che svolgo. Perciò vado avanti, contro delinquenti o mafiosi, senza nessun tipo di timore.
Pensa di chiudere la sua carriera qui? O pensa di continuare altrove?
Ancora non lo so. Forse… Forse a breve andrò via, forse andrò a svolgere altri tipi di servizi… O forse no. Ancora non posso dirlo con certezza, ragazzi.
Qual è l’episodio che più le è rimasto impresso in questi anni, dott. Rugolo?
Sicuramente, tra gli episodi inerenti al mio lavoro che mi sono rimasti più impressi, mi vengono in mente gli omicidi di mafia che hanno insanguinato Barcellona negli anni 2015 e 2016. Sono stati particolarmente cruenti…
Grazie, vicequestore Rugolo, per avere risposto con pazienza alle nostre domande e per aver contribuito a chiarire meglio a tutti noi come dietro ogni divisa c’è sempre un uomo che, nonostante la famiglia e gli interessi personali, ha fatto della legalità una scelta di vita.
Samuele Calderone e Luca Mandanici
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)