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“L’ultima volta che siamo stati bambini”

Una storia che aiuta, soprattutto i bambini e ragazzi, a comprendere la pagina orribile di Storia rappresentata dalla Shoah, è quella raccontata dal recente film “L’ultima volta che siamo stati bambini”, diretto inaspettatamente dall’attore Claudio Bisio, che gli alunni della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto hanno avuto occasione di vedere al cinema tutti insieme, accompagnati dagli insegnanti, martedì 24 gennaio 2024.

La trama è semplice e un po’ ingenua, ma non per questo non significativa. Nel 1943 Roma è sotto la dittatura fascista ma quattro bambini stringono amicizia: Italo, figlio di un federale fascista; Cosimo, il cui padre è in galera perché dissidente; Vanda, un’orfana che vive in un convento, e Riccardo, un bambino ebreo.

bambini,

Un giorno, per ordine del governo, tutti gli ebrei vengono presi per essere portati nei campi di concentramento, compreso Riccardo e la sua famiglia. Appena i suoi amici lo vengono a sapere, decidono di partire per la Germania per andare a salvarlo. Mettendosi sulle loro tracce li vanno a cercare anche Vittorio, fratello maggiore di Italo, e Suor Agnese, particolarmente affezionata a Vanda. Dopo una serie di vicissitudini, Vittorio e Suon Agnese vengono addirittura salvati dai tre bambini. Poi tutti si dirigono alla stazione più vicina per tornare a Roma, ma Italo scopre che lì c’è un treno che va in Germania e, senza pensarci due volte, sale sul convoglio spacciandosi per un ebreo, sicuro che con la sua “arma segreta” avrebbe salvato Riccardo… Non andrà così. E il film fa un salto di tempo verso il presente. Ora Vanda e Cosimo sono sposati, già molto anziani, e si recano con la nipote nella stazione, ormai abbandonata, ricordando che lì erano stati “bambini per l’ultima volta”, perché da quella stazione era partito Italo, che non aveva fatto più ritorno; Riccardo con la sua famiglia, avevano saputo, erano stati uccisi il giorno stesso dell’arresto. Un finale malinconico.

Personalmente ho “assaporato” scena dopo scena il film. Mi aspettavo ovviamente una fine diversa e mi è dispiaciuto per la morte di Italo, perchè tutto sommato era un bambino innocente e non voleva credere alla cattiveria degli uomini, convinto che, visto che Riccardo non aveva fatto niente, esponendo lui e i suoi amici le loro ragioni, i nazisti lo avrebbero rilasciato. Purtroppo la disumanità non ha confini e va oltre la ragione umana e l’innocenza dei bambini.

Da quel 27 gennaio 1945, quando le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, sono trascorsi settantanove anni, eppure l’uomo non ha imparato nulla. Non ha capito che l’odio genera odio, intolleranza, fanatismo, esaltazione.

Com’è possibile che un uomo venga ancora perseguitato per il suo credo religioso, per la sua nazionalità, perché di razza inferiore? Siamo tutti uguali, soffriamo, amiamo, piangiamo, ci arrabbiamo, abbiamo un cuore… Ritengo naturalmente che ci siano uomini malvagi, che hanno sete di potere e sono capaci di commettere atrocità, ma esistono anche uomini buoni, uomini che hanno messo e mettono a repentaglio la loro vita per salvarne altre, scegliendo la via del bene. Sembrava pura follia, tuttavia è successo ed ancora oggi ci sono delle brutte derive che fomentano odio tra i popoli e ci fanno pensare al peggio. Negli ultimi anni abbiamo visto in Europa la guerra tra Russia e Ucraina, lo scorso anno è scoppiato un altro conflitto tra Israele e Palestina…

Io sono piccola e non capisco le dinamiche di tutto ciò, ma posso affermare che i popoli vogliono vivere in pace, le madri e i padri desiderano crescere i loro figli, non vederli morire dilaniati dalle bombe. Sono rimasta colpita dalle parole del Papa il quale ha detto che siamo in una “terza guerra mondiale a pezzetti”, ma è terribile che l’uomo rimanga indifferente di fronte a tutta questa disumanità.

Sofia Giorgianni Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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