31 anni dopo dal barbaro omicidio di Beppe Alfano
Otto gennaio 2024, con i miei compagni abbiamo assistito alla commemorazione di Beppe Alfano, un giornalista di Barcellona Pozzo di Gotto, ucciso 31 anni fa dalla mafia, in via Marconi, mentre tornava a casa a bordo della sua Renault.
La manifestazione è iniziata con un profondo discorso tenuto dal sindaco Giuseppe Calabrò in onore del giornalista capace di sacrificare la sua vita per liberare la terra del sole, del mare da una brutta bestia che proprio in quegli anni regnava sulle strade di Barcellona Pozzo di Gotto.
Il tutto è stato reso più vivo dalla presenza dei familiari e dalle parole della figlia Sonia, gentilissima nel volere dedicare del tempo a noi studenti rispondendo alle nostre domande, chiarendo ogni nostro dubbio sulla vita privata del suo papà.
Ad esempio abbiamo avuto il piacere di dialogare sul loro legame, ci ha svelato che era un padre esemplare e molto presente nonostante la sua professione. Inoltre toccante è stato il racconto degli ultimi giorni di vita del padre, lei come ogni anno rivive ogni singolo istante di quei giorni, segnati dalla preoccupazione perché tutti i parenti erano a conoscenza delle minacce che il cronista aveva ricevuto. Le rimbomba in testa la voce del suo amato papà mentre le diceva che era stato avvertito che lui “al 20 gennaio non ci sarebbe arrivato….” sottolineando l’importanza di questa data per i barcellonesi. Inoltre ha chiarito come la sofferenza l’abbia resa forte e come la sua vita sarà lo strumento per rendere unica la memoria di suo padre e la lotta alla mafia.
Sicuramente come ha detto il sindaco, il presente non è più segnato da episodi drammatici ma purtroppo il lavoro e i sacrifici di uomini come Beppe Alfano, Borsellino, Falcone e tanti altri non hanno risolto il problema della mafia che opera sul territorio barcellonese in modo silenzioso.
Emma Maria Pino
I.C Capuana ( Barcellona P.G) Classe 2° C