Gli uomini ci devono proteggere, non uccidere
Ancora oggi, purtroppo, molte donne vengono uccise da uomini che dicevano di amarle. A proposito di questo fenomeno in classe abbiamo visto il film tratto dalla storia vera di Lucia Annibali, “Io ci sono”. Si racconta di un amore violento, del quale lei per fortuna non è morta, ma l’acido che le è stato lanciato nel viso da due esecutori, mandante l’ex “fidanzato”, le ha sfigurato il viso. Grazie a molti interventi chirurgici la combattiva ragazza è riuscita a recuperare, in parte, il suo volto, anche se ancora sono evidenti delle cicatrici. Ma quelle indelebili rimarranno sempre nel suo animo.
Lucia è riuscita a salvarsi, però ci sono tantissime donne che muoiono per mano di un uomo. L’ultima di questa mattanza, la 105 esima vittima, è una giovane ragazza di ventidue anni, Giulia Cecchettin. Il copione è sempre uguale: l’ex fidanzato non accetta di essere lasciato, quindi in modo subdolo ed insistendo la invita per mangiare un panino. Dopo giorni di ricerche Giulia viene ritrovata in un canalone, mentre l’assassino si dà alla fuga per essere catturato una settimana dopo. Tutta l’Italia ha sperato nell’esito positivo, anche se dentro di noi si prospettava il tragico epilogo, come è stato. L’abbandono, un NO, non è previsto nella testa malata di questi uomini possessivi, che non sono mai cresciuti.
Da qui scatta la violenza, che ha tante forme, non solo quella fisica ma anche quella verbale e quella psicologica, facendo sentire la donna una nullità, incapace di gestire la propria vita. La donna si colpevolizza, pensando che lo sbaglio sia suo se ha fatto arrabbiare troppo il compagno… Invece quando un uomo che dice “ti amo” ti dà uno schiaffo, di sicuro non esiterà a farlo di nuovo, e questo è molto pericoloso perché, spesso, è l’inizio della fine. Anche le istituzioni, secondo me, fanno poco nel tutelare le donne che chiedono aiuto, le quali quando denunciano alle forze dell’ordine i maltrattamenti e le vessazioni subite dai compagni, talvolta queste minimizzano invitando la malcapitata a non provocare l’uomo e a cercare di prenderlo per il verso giusto.
Le cause che accrescono questo cancro sociale, che sembra incontenibile, possono essere tante, dalla violenza familiare che da bambini molti hanno subito o alla quale hanno assistito, o le madri spesso succubi di mariti aggressivi e dispotici, o genitori che non sanno dire no al figlio pur di accontentarlo, perché lavorano o sono separati quindi colmano in questo modo la mancanza di affetto… Non è di facile soluzione il femminicidio e nessuno ha la bacchetta magica. Siamo però stanche di panchine rosse, scarpe rosse, cortei, siamo stanche di urlare il nostro dolore. Quello che voglio dire alle donne è di non uscire mai con gli ex fidanzati, specialmente quando sono ossessivi, opprimenti, insistenti: non sarà un deterrente, ma in ogni caso si evita il peggio. E per dire basta anche noi della scuola secondaria “Foscolo” martedì 21 novembre 2023 abbiamo fatto un minuto di silenzio, anzi di “rumore”, per commemorare Giulia e tutte le donne massacrate da individui non umani come il suo carnefice Filippo Turretta, per tutti un bravo ragazzo! E non ci sono parole più vere di quelle che di recente ha scritto il papà di Giulia: “L’amore vero non umilia, non delude, non calpesta, non tradisce e non ferisce il cuore. L’ amore vero non urla, non picchia, non uccide”. Altrimenti non è amore ma ben altro.
Maria Mazzeo Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)