lunedì, Dicembre 16, 2024
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PAROLE E SILENZI

“La possibilità di scelta è universale e fortunatamente esiste il libero arbitrio”, così si apre l’interessante intervento del Procuratore Antimafia di Messina Rosa Raffa, presente alla tavola rotonda sul tema “Legalità e responsabilità fattori di sviluppo dei territori” svoltasi il 18 maggio presso il Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto. Al dibattito sono intervenuti anche il Prefetto di Messina Cosima Di Stani, il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci e il Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Riccardo Galletta. Un pubblico che pullula di giovani, di adolescenti che stanno, gradualmente, forgiando la loro personalità, edificando il loro essere, definendo la loro identità, che li distinguerà e che eternamente li caratterizzerà. Curiosità, coinvolgimento, partecipazione e trasporto è ciò a cui mira, il bersaglio che vuole centrare la proposta del Procuratore di Messina, un desiderio che, a mio parere, si è avverato. Sapete, giorno dopo giorno, comprendo sempre più quanto l’ascolto sia necessario, basilare, imprescindibile, quanto una testimonianza sia arricchente perché capace di plasmare idee, di far scoccare in noi delle scintille, come delle illuminazioni che ci spalancano gli occhi mostrandoci l’importanza di possedere un’opinione. Una testimonianza, come quelle degli altri presenti all’incontro relative alla tematica della mafia, può arricchire tutti noi. Io ho una consapevolezza che ho acquisito col tempo e che mi è stata confermata oggi: la dialettica e la padronanza lessicale sono sicuramente dei requisiti fondamentali ma il contenuto è ciò che sorprende, quello che meraviglia, che stupisce e colpisce. Noi siamo stati procreati per raccontare, per esprimerci, non dobbiamo ambire solo a divenire degli eroi impareggiabili, ma è sufficiente lasciare un segno che sia incancellabile, un’impronta inobliabile.

Non dobbiamo combattere solo perchè qualche decennio dopo la nostra morte il nostro nome sia ricordato, ma dobbiamo aspirare al progresso, a forgiare cittadini civili che sappiano discernere il bene dal male, che abbiano la prodezza di combattere le ingiustizie sociali, come la mafia, diffondendo legalità, divulgando legittimità e giuridicità. La mafia, come attestano fonti attendibili, è un’organizzazione criminale retta da violenza, omertà, riti d’iniziazione e miti fondativi. Certo, logicamente è una definizione corretta che traccia le peculiarità che caratterizzano la mafia ed è indubbiamente coincisa e efficiente, tuttavia è priva di qualcosa, è un po’ riduttiva.  È priva dei reali danni, delle concrete conseguenze che reca questo fenomeno. In questa descrizione non si evincono le distruzioni, le stragi, i massacri, il dolore, l’angoscia e lo scoraggiamento di persone che lottano e cercano di combattere questo fenomeno che apparentemente sembra essere invincibile. Eppure non lo è. nonostante appaia così. Basta semplicemente perseverare e non lavorare con l’unico fine di ottenere dei risultati perché non saranno solo le vittorie a soddisfarci, anche i fallimenti e i fiaschi ci rafforzeranno e ci renderanno più fieri quando raggiungeremo le vette per cui abbiamo faticato e ansimato durante il nostro cammino. “Persistete, questa è l’arma e lo strumento più potente per valicare e oltrepassare gli ostacoli più difficoltosi”, è questo il suggerimento del Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri. Scrolliamoci dall’omertà, discostiamoci dal terrore di aprirci, mettiamoci in prima linea e non facciamoci oscurare dall’ombra di uomini apparentemente potenti ma nella realtà solo piccoli, piccoli. Non arrendiamoci, non cessiamo di opporre resistenza, non molliamo l’osso ma mordiamolo finchè è possibile perché noi giovani dobbiamo possedere quella fiamma dentro, dobbiamo smuovere le nostre medesime coscienze e quelle altrui. Probabilmente combatteremo e perderemo ma perlomeno saremo certi di vincere una battaglia: l’accettazione di noi stessi e la consapevolezza di mettercela tutta. Impadroniamoci del sapere e andiamo avanti imperterriti. Voglio concludere quest’articolo, forse un po’ inusuale, citando una frase di Paolo Borsellino che racchiude ciò in cui credo fortemente: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Non tiratevi indietro, comunicate, esprimetevi. Adesso desidero solo donarvi una mia riflessione che ho tratto da questa giornata: rammentate che una parola può avere delle conseguenze ma un silenzio ne può comportare mille.

Maria Pirri classe 3 A

Scuola Secondaria di I grado “Verga I.C. Capuana

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