L’IC Capuana ricorda le vittime innocenti delle mafie
Il 21 marzo ricorre la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e proprio per questo il nostro istituto ha organizzato, venerdì 24 marzo, un incontro con Pietro Campagna, fratello di Graziella Campagna, vittima della mafia e con la responsabile dell’associazione “Libera” di Messina, Dott.ssa Tiziana Tracuzzi.
All’inizio dell’incontro, dopo un breve intervento dell’Assessore Dottore, La Dottoressa Tracuzzi ha spiegato che “Libera” è un insieme di varie associazioni, di movimenti, parrocchie, scuole, cooperative sociali, gruppi scout… che si impegnano a lottare contro le mafie e la criminalità, in difesa della giustizia, della verità e della legalità ed è stata fondata il 25 marzo 1995 da don Luigi Ciotti, che ne è il presidente.
La Dott.ssa Tracuzzi ci ha raccontato che il 23 maggio 1993 sull’autostrada tra Punta Raisi e Palermo, magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti, commemoravano il primo anniversario della strage di Capaci. C’era anche don Luigi che pregava in silenzio. A quel tempo si avvicinò una donna che si chiamava Carmela Montinaro. La donna prese le mani di don Luigi e gli disse che era la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone e si chiedeva perché il nome del figlio non venisse mai nominato. Carmela soffriva in quel primo anniversario della strage, anche perché la memoria di suo figlio Antonio e dei suoi colleghi Rocco e Vito veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Molto toccante la testimonianza dell’appuntato dei carabinieri, ora in pensione, Pietro Campagna che ci ha raccontato la tragica storia di sua sorella Graziella Campagna, uccisa dalla mafia all’età di 17 anni con l’unica colpa di aver trovato un’agendina dalla quale si evinceva la vera identità di due pericolosi latitanti mafiosi.
La storia di Graziella è una storia che si è consumata in Sicilia, tra due cittadine della provincia di Messina: Saponara dove la ragazza è nata il 3 luglio 1968 e la vicina Villafranca Tirrena, dove lavorava come aiuto lavandaia. Graziella aveva solo 17 anni, ma lavorava per dare un aiuto economico alla famiglia numerosa. Un giorno, mentre stava per lavare una camicia dell’ingegner Cannata, trovò in una tasca dei fogli su cui c’era scritto che il geometra Lombardo era in realtà il latitante Giovanni Sutera e l’ingegnere Tony Cannata era in realtà il latitante Alberto Gerlando. Graziella allora mostrò l’agendina alla sua collega, cognata della proprietaria della lavanderia, ma non le diede neanche il tempo di parlare, che gliela strappò dalle mani. Quando Graziella tornò a casa, raccontò alla madre dell’accaduto, ma la donna le disse di stare tranquilla perché il papà conosceva l’ingegnere e sapeva che era una brava persona.
Il 12 dicembre 1985, Graziella non tornò a casa al solito orario e così la famiglia, preoccupata, decise di rivolgersi ai carabinieri per denunciare la sparizione della ragazza. Due giorni dopo, Il 14 dicembre, il cadavere di Graziella venne trovato a Forte Campone dal fratello Pietro in un luogo isolato, rannicchiato contro un muro, con un braccio alzato in segno di difesa e cinque colpi di arma da fuoco ad un braccio, a una mano, in viso, allo stomaco e ad una spalla.
Solamente dopo 20 anni dall’omicidio, la Corte d’Assise di Messina condannò Gerlando Alberti e Giovanni Sutera all’ergastolo.
A causa del ritardo con cui è stata depositata la sentenza, Alberti uscirà di prigione il 4 novembre 2006. Grazie alla tenacia della famiglia e dell’avvocato Fabio Repici che hanno continuato a lottare, contro reticenze e depistaggi, per affermare la verità, la Cassazione, nel 2009, ha confermato l’ergastolo per Alberti e Sutera. Per fare giustizia sono passati 24 anni dall’omicidio, 7 anni più di quanti ne abbia vissuto Graziella. Per ricordare questa tragica storia, è stato prodotto anche un film che si intitola “La vita rubata”.
Dopo la testimonianza, noi alunni abbiamo posto alcune domande alla Dott.ssa Tracuzzi e al Signor Campagna; a seguire è stata letta una bellissima lettera scritta dai ragazzi di Rodì Milici, indirizzata a Graziella Campagna. Per ricordare anche le altre vittime innocenti delle mafie è stato proiettato un filmato, realizzato dagli alunni di Castroreale, e sono state lette alcune biografie di donne.
L’incontro si è concluso con un minuto di silenzio d’ordinanza.
Durante questo incontro ho capito quanto sia malvagio il contesto mafioso, e quanto sia complesso e difficile lottare contro le mafie; chi con onestà e abnegazione si oppone ad essa, rischia continuamente la propria incolumità. Proprio per questo dobbiamo ringraziare tutte quelle persone oneste come giudici, forze dell’ordine e anche gente comune che hanno combattuto e tuttora combattono, rischiando la propria vita per farci vivere nella giustizia e nella libertà.
Linda Brancato – Classe 2A –
Scuola Secondaria di Primo Grado “Verga”
IC Capuana – Barcellona Pozzo di Gotto