I funerali di “Ettore”
Quest’anno, in 1 media, abbiamo scoperto la poesia epica antica e il suo massimo rappresentante, Omero. Abbiamo imparato un sacco di cose nuove e, nello stesso tempo, ci siamo divertiti a giocare con questo antico e affascinante cantore. Chissà come reagirebbe Omero rileggendo la nostra riscrittura dei funerali di Ettore!! Si rivolterà nell’Ade o ne sarà contento?
L’odore acre e penetrante di legna che brucia allontana da me Morfeo, figlio della Notte. Milevo.Scosto la tela ombrosa della tenda,l’accampamento è avvolto dal silenzio. Esco, annuso l’aria frizzante dell’alba.Un pallido sole è incerto a oriente,aleggia una leggera foschia, non è rosato il manto di Eos che si specchia sul mare plumbeo laggiù, oltre le chiome degli alberi. Onde leggere lambiscono il lido di Troia, in esse sembra specchiarsi la tristezza del popolo troiano che con la morte di Ettore per mano di Achille simile a un dio ha perso ogni speranza, ma anche l’inquietudine achea: da troppi anni combattiamo lontani dalle nostre città, portando nel cuore il volto dei padri, delle madri, delle spose, dei figli.Incuriosito dall’odore del fumo che via via aumenta, con ampie falcate lascio l’accampamento acheo e i miei compagni. Furtivamente raggiungo un ampio cespuglio e da lì un boschetto di corniolo.In un silenzio denso come il fumo delle torce che illuminano l’alta catasta di legna, Troiani e Troiane in corteo avanzano portando un corpo. Comprendo che si tratta di Ettore, principe di Troia, difensore della città. Intravedo due ancelle che recano in mano morbide stoffe e un’urna preziosa. Vedo il Dardanide Priamo che con ampi gesti parla ai Troiani e alle Troiane piangenti, non riesco a udire le sue parole ma ne respiro il dolore. Mi colpisce in particolare il lamento disperato di una giovane donna, portato da un lieve soffio di vento fino a me. La catasta di legno brucia, alte guizzano le fiamme, arde il corpo di Ettore domatore di cavalli, fugge leggera la sua anima verso il regno delle ombre. Infine, il fuoco viene spento e le ceneri raccolte nell’urna. La folla ondeggia, si apre al passaggio di Priamo della stirpe di Zeus, si forma di nuovo un corteo in direzione delle porte Scee, nell’aria ancora risuonano gemiti. Ho creduto fino a questo momento di gioire della morte di Ettore, mio acerrimo nemico. Scopro ora, invece, di provare compassione per lui,la sua famiglia,il suo popolo e, improvvisamente,il loro dolore è anche il mio. Il sole con il suo cocchio d’oro finalmente squarcia le nubi, guardo ancora quella catasta di legno ormai spenta dove è stato arso il corpo di un valoroso guerriero che si è battuto fino al sacrificio della vita per difendere la sua gente. Con rispetto dico addio a Ettore illustre e mestamente torno nell’accampamento, confondendomi tra i compagni ignari dei miei pensieri.
La Classe 1A
Scuola Media Zirilli Terzo Comprensivo Milazzo
Coordinamento del lavoro di scrittura a cura delle alunne Nina Amato ed Elettra Carrozza
Illustrazioni a cura di Anita De Luca e Mariachiara Russo