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Recensione libro “Il Piccolo principe” di Antoine De Saint-Exupéry

Il libro “Il Piccolo Principe” è stato scritto da Antoine De Saint-Exupéry e pubblicato per la prima volta nel 1945. Il genere letterario di questo libro è il “racconto”, anche se esso è strutturato come se fosse una fiaba, a sostegno di ciò Antoine De Saint-Exupéry utilizza i suoi acquerelli per dei disegni che vivacizzano e accompagnano il lettore durante la lettura. Esso, come già detto in precedenza, è stato pubblicato nel 1945, data che corrisponde alla fine della Seconda Guerra Mondiale, proprio per questo, da parte dell’autore il libro si pone come un messaggio di speranza per le vittime di questa terribile guerra.

Il libro apre la narrazione con l’incontro tra un aviatore dall’animo sensibile (narratore) e un giovane fanciullo biondo, dolce e fragile proveniente da un asteroide, chiamato B 612 dove si trovavano solo i suoi 3 vulcani e una rosa dal carattere molto vanitoso che sarà causa di un litigio e che porterà il piccolo principe a intraprendere un lungo viaggio. Durante questo viaggio incontrerà vari personaggi, che rappresentano stereotipi e atteggiamenti della nostra società, tra cui:

  • un monarca                          
  • un uomo il cui unico compito era accendere un lampione
  • un uomo alcolizzato          
  • un geografo che gli suggerisce di visitare la terra
  • un uomo d’affari               
  • un aviatore sulla Terra (il narratore)
PRINCIPE,

Sulla terra incontra un nuovo personaggio, la volpe, con cui stringerà un rapporto molto sincero che gli farà capire i suoi errori con la rosa. Una volta aver raccontato questa esperienza all’aviatore, il piccolo principe si farà mordere da un serpente per tornare sul suo asteroide. Si conclude così il suo viaggio.

Consiglio molto la lettura di questo libro, non solo a bambini e adolescenti, ma anche a persone adulte, poiché una storia così semplice e apparentemente per bambini nasconde profonde verità, relazioni e pensieri.

La scrittura di questo racconto è stata dedicata all’amico dell’autore: Lèon Werth. In particolare, però, il libro è dedicato agli anni d’infanzia vissuti insieme. L’infanzia, infatti, è sicuramente uno dei temi più sentiti in questo racconto, non solo perché narra la storia di un “piccolo” principe ed essa può essere letta anche ai bambini più piccoli, ma anche perché l’autore scrive questo libro basandosi sul pensiero secondo il quale non c’è nulla di più grave che crescere dimenticando di essere stati bambini. A mio parere questo è un concetto così scontato da non essere compreso ad un primo ascolto, poiché non c’è niente che possa contraddire questo pensiero: ognuno di noi è stato bambino, ma una parte di noi, fortunatamente, rimarrà per sempre bambina regalandoci quell’animo sensibile e dolce del piccolo principe, oppure la sua voglia di esplorare nuovi mondi con la capacità di non dimenticare le proprie origini, il proprio mondo, la nostra famiglia. Sicuramente, il piccolo principe, come ogni bambino, matura nel tempo attraverso un viaggio, che nel caso del piccolo principe è fisico e pieno di spostamenti, ma secondo me per un viaggio basta anche sognare, ascoltare, imparare cose nuove e aprirsi al mondo e a persone sempre nuove, senza dover eliminare le origini.

Ebbene, durante la lettura, io da adolescente, mi sono riconosciuto negli atteggiamenti del piccolo principe, con un sorriso sul viso mi riconosco in lui mentre parla con la volpe che gli fa capire che ha sbagliato. Oppure, mentre discute con la rosa con la quale poi si scuserà e ammetterà i suoi sbagli.

Angelo Lombardo 3° C BS

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