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Visitare un Museo per conoscere una pagina della nostra storia

Un’interessante e formativa visita didattica ha coinvolto sabato 11 febbraio 2023 le alunne e gli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto che, per ampliare le loro conoscenze culturali e storiche su un particolare momento della storia del ‘900 – ovvero lo sbarco degli Alleati anglo-americani in Sicilia denominato “Operazione Husky” – si sono recati a Catania presso il Centro Fieristico-Culturale “Le Ciminiere” per visitare appunto il “Museo Storico dello Sbarco in Sicilia del 1943”. Si tratta dell’esposizione permanente più importante della storia della Sicilia in età contemporanea e ha uno spazio specificatamente dedicato proprio a questo momento della Seconda Guerra Mondiale, cioè lo sbarco delle truppe anglo-americane in Sicilia avvenuto tra il 9 e il 10 luglio del 1943, azione militare che in meno di 40 giorni liberò l’isola dall’esercito nazifascista. Con l’ausilio di ricostruzioni dettagliate di ambienti d’epoca, simulazioni, mostre multimediali interattive, esposizioni di armi, divise e oggettistica per coinvolgere al meglio i visitatori che arrivano da tutto il mondo, il Museo si sviluppa su tre piani e occupa una superficie di 3.000 metri quadri.

Iniziando la visita, all’ingresso si trova subito una stanza dove viene proiettato un video con le spiegazioni e le immagini che consentono di avere una visione ampia sull’accaduto, dallo scoppio della Seconda guerra Mondiale nel 1939 alla situazione in Europa dopo la sconfitta di Stalingrado e in Africa per le forze dell’Asse Berlino-Roma. Poi si prosegue osservando la riproduzione di una tipica piazza siciliana degli anni ’40, con alcuni appartamenti realizzati anche con oggetti dell’epoca, la Casa del Popolo e alcune case, sul muro di una delle quali si può ben vedere il motto fascista di Mussolini “Credere, obbedire, combattere”. All’improvviso, come se ci si trovasse in una situazione vissuta da un cittadino di quel tempo, si può allora sentire un allarme che annuncia un bombardamento e che porta a entrare nel rifugio antiaereo, dove si rivive la simulazione di ciò che accadeva. Ci si siede su delle panche con le spalle al muro, mentre si sentono urla di persone che parlano in dialetto, tremolii delle pareti e forti rumori di bombe che si schiantano al suolo. Infine, senza preavviso, si sente una forte scossa che fa provare molta paura e soprattutto un grande stupore. Si esce quindi fuori, e ci si ritrova nella piazza di poco prima distrutta dai bombardamenti, dando al visitatore la percezione tangibile delle devastazioni.

Da qui in poi comincia la vera e propria visita del Museo nei vari piani, dove si susseguono tutte le divise e i vestiti indossati a quel tempo, le varie armi e bombe, tutti i manifesti e le fotografie dei vari paesi siciliani che sono stati bombardati e, ovviamente, anche i documenti dell’epoca e i volantini di propaganda.

Al primo piano, in particolare, si trova una stanza con una proiezione su un plastico luminoso che raffigura le fasi dell’operazione a partire dallo sbarco degli Alleati fino all’uscita dell’esercito italo-tedesco da Messina. In una grande stanza poi, si trovano tantissime armi e divise dei vari schieramenti, ma sicuramente le cose che attirano l’attenzione sono le statue di cera di Hitler accanto ad un tavolo con sopra un libro, Roosevelt e Churchill in un colloquio intenti a parlare, e infine Mussolini e il re Vittorio Emanuele III. Con le statue in cera sono state ricostruite anche altre situazioni, come ad esempio un ospedale da campo con la Croce Rossa, oppure dentro una tenda l’incontro tra i rappresentanti che firmarono l’armistizio di Cassibile il 3 settembre del 1943 con il quale il Regno d’Italia cessò le ostilità contro le Forze Alleate.

L’ultima parte prima di terminare il percorso è però sicuramente la più toccante, poiché si può vedere un cartello con il numero di perdite di uomini in Italia, Germania, Commonwealth, Stati Uniti e infine si trova la foto di un cimitero dove sono sepolte numerose vittime dell’Operazione Husky.

Una cosa sicuramente molto significativa sono inoltre le frasi poste all’ingresso e all’uscita del Museo, entrambe con riferimento alla pace. La prima quella di papa Pio XII, ovvero “Nulla è perduto con la pace. Tutto può essere perduto con la guerra”.

La seconda è una frase di papa Giovanni XXIII: “La pace è il bene supremo. Dimenticarlo è una vera follia”. Sono frasi che ci fanno riflettere ancora oggi, soprattutto pensando che la guerra non è una cosa molto lontana ma che ci tocca da vicino poiché in questo periodo è in atto la guerra tra Ucraina e Russia.

Certamente visitare questo Museo è stata per tutti gli alunni un’esperienza molto profonda, di quelle che ti segnano e servono a cogliere in pieno la situazione di quei tempi, esperienze che soprattutto fanno capire che la pace è molto importante e la guerra non porta a niente di buono, solo distruzione e tristezza.

Aurora Miano

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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