giovedì, Novembre 14, 2024
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Il cyberbullismo è ancora un fenomeno difficile da fermare

Anch’io sono un ragazzo a cui piace usare i social network, perché ti permettono di entrare in contatto con gli altri, condividere idee ed emozioni, cercare e trovare informazioni. Con i social network si possono costruire legami ed amicizie, ricevere notizie dal mondo e si possono usare persino per studiare e lavorare. Sono attratto da tutta la nuova tecnologia come computer, cellulari perché, senza dubbio, ti facilitano la vita, ti permettono di fare le cose in modo più semplice e veloce, di comunicare con tutti, dalla vicina di casa a chi è dall’altra parte del mondo. Cerco però di non passare molto tempo davanti a un computer perché tutti gli strumenti, creati dal progresso tecnologico bisogna saperli utilizzare nel modo corretto, nel rispetto di noi stessi e di chi ci sta vicino. Come tutti i miei coetanei ho anch’io un cellulare che utilizzo per telefonare, per comunicare con i miei amici ma anche come strumento didattico per vedere i compiti assegnati, i voti, fare ricerche ed entrare nella classe virtuale. Però lo sviluppo della tecnologia ha consentito anche ai bulli di entrare nelle case delle vittime, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone.

cyberbullismo,

Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Con il termine bullo ci si riferisce a un ragazzo o un bambino che prende di mira un coetaneo attuando quotidianamente azioni vessatorie fino ad arrivare alla violenza fisica. In altre parole il bullo è colui che, attraverso la propria forza o la propria posizione di superiorità, colpisce la vittima fisicamente, verbalmente o psicologicamente. Io non sono stato mai coinvolto in atti di bullismo in presenza o online, ma ho sentito di adolescenti che sono stati implicati in situazioni poco piacevoli. Se fosse successo a me il bullismo online avrei però subito cancellato la chat informando prima i miei genitori e poi le forze dell’ordine, non facendomi coinvolgere e influenzare da ciò che diceva. Ritengo che questi ragazzi che fanno i forti dietro la tastiera sono solo dei codardi, si sentono forti fuori ma dentro sono deboli. Questo fenomeno negli anni sta tuttavia diventando un grave pericolo e a mio parere dovrebbe essere attenzionato di più, mentre ancora c’è chi minimizza sostenendo che sono delle ragazzate. Forse perché dietro queste “ragazzate” ci sono spessi genitori a loro volta “bulli”, incapaci sia di educare al rispetto sia di giudicare le azioni dei propri figli con obiettività.

Antonio Pio Giunta

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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