Attivisti ambientali o vandali dell’arte?
Non accennano a fermarsi, nonostante gli arresti e il rafforzamento delle misure di sicurezza, i ripetuti episodi di attacco al mondo dell’arte che da mesi ormai scuotono l’opinione pubblica planetaria in modo ambivalente. Ultimo tra tutti quello che lunedì 2 gennaio a Roma ha visto Palazzo Madama imbrattato con un getto di vernice arancione. Alla base del gesto – hanno poi spiegano gli attivisti del clima di “Ultima Generazione” che lo hanno compiuto – “la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico ormai già iniziato e il disinteresse del mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande genocidio della storia dell’umanità”.
Questa, tuttavia, è solo una delle ultime imprese eclatanti che poi, circolando anche sul web, hanno aperto un acceso dibattito sul valore di certe forme di protesta. Facendosi forti della legittimità della loro protesta e della gravità del problema ambientale, gruppi come “Just Stop Oil”, “Extinction Rebellion” e, in Italia, “Ultima generazione” hanno infatti pensato bene di intraprendere plateali forme di sensibilizzazione che hanno avuto come vittime illustri dipinti o sculture di Monet, Boccioni, Van Gogh, Brunelleschi, Leonardo, Goya… solo per citarne alcuni. Dipinti d’inestimabile valore, come ad esempio “Il seminatore al tramonto” di Van Gogh in esposizione a Roma o “Il pagliaio” di Monet, sono quindi stati bersaglio di giovani attivisti, che hanno dapprima lanciato dei barattoli di zuppa e poi si sono incollati lì davanti le mani alle pareti con l’attack. Queste e altre opere di illustrissimi pittori, custodite ed esposte nei musei di tutto il mondo, erano fortunatamente protette da vetri blindati che le preservano da qualsiasi forma di danneggiamento, quindi il gesto degli attivisti come protesta contro l’immobilismo dei governi nei confronti dell’emergenza climatica e la fame nel mondo con lanci di alimenti come purè, zuppe e torte, ha fortunatamente lasciato illesi i dipinti, ad eccezione di alcune cornici che, a volte, sono considerate anch’esse dei pezzi d’arte di elevato pregio.
L’intento dei manifestanti, del resto, non è dichiaratamente quello di vandalizzare, ma solo di attirare l’attenzione e stimolare un dibattito su temi da ritenere certamente di fondamentale importanza.
Non hanno tutti i torti a volersi prendere cura del pianeta perché, se non va salvaguardato con molta attenzione, si possono provocare danni irreversibili per l’intera umanità. Però, pur condividendone le motivazioni, secondo il mio punto di vista queste azioni non sono giustificabili, attirano molte critiche e possono allontanare la gente dalla causa per cui si sta manifestando, mettendo in risalto soltanto l’azione di protesta e non il messaggio. E come se l’arte fosse meno importante dell’ambiente.
La cosa che non concepisco, anzi, è proprio questo accanimento verso il patrimonio artistico, specialmente le opere di grandi artisti, testimonianze uniche e irripetibili.
Anche lo spreco di cibo utilizzato per queste imprese, cibo che poteva essere donato a persone che non possono permetterselo, credo poi vada in contrasto con il tentativo di sensibilizzare le masse sul tema della fame nel mondo.
A mio avviso, quindi, pur trattandosi di temi di fondamentale importanza, verso i quali tutti dovremmo prestare quotidianamente più attenzione, queste azioni eclatanti su obiettivi delicati sono soltanto un errore comunicativo che sposta l’attenzione sugli attivisti e non sui temi che vogliono trattare.
Giulia Valenti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)