lunedì, Dicembre 16, 2024
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LO SPORT COME MEDICINA E STRUMENTO DI UNIONE

“Quando mi sono risvegliato senza gambe ho guardato la metà che era rimasta, non la metà che era persa”

Questa frase è stata pronunciata da Alex Zanardi, campione paralimpico di paraciclismo. Le sue sono parole che fanno indiscutibilmente riflettere su come quello che possa sembrare la fine, in realtà può essere un nuovo inizio basato su tanta forza e determinazione.

paralimpiadi,

Il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann è colui che per primo ha creduto nel recupero di pazienti con lesioni spinali, il primo a credere che potessero ancora avere un ruolo attivo nella società, un uomo che ha dato speranza in un possibile futuro ai soldati mutilati reduci della Seconda Guerra Mondiale.

Il riferimento è a chi introdusse lo sport come parte fondamentale del percorso riabilitativo dei pazienti con disabilità fisiche per fargli ritrovare dignità e fiducia in loro stessi; colui che diede vita alle “Paralimpiadi”, promuovendo lo SPORT COME MEDICINA anche a livello psicologico.

Le Paralimpiadi, rappresentano il sentimento di ogni sportivo e cioè di “superare i propri limiti”, sono l’equivalente delle Olimpiadi pensate però per atleti con disabilità.

Le moderne Paralimpiadi hanno origine nel 1948, quando nel piccolo villaggio inglese di Stoke Mandeville, Guttmann organizzò gare sportive come cura particolare per gli ex soldati gravemente feriti; divenendo per la prima volta internazionali nel 1952 quando parteciparono anche ex soldati olandesi.

Nel 1958 il neuropsichiatra italiano Antonio Maglio convinse Guttmann a portare i giochi da Stoke Mandeville a Roma e così nel 1960 nacque la prima Paralimpiade della storia.

Il simbolo Paralimpico è composto da tre “agitos”, colorati di rosso, blu e verde, i tre colori più rappresentati nelle bandiere nazionali di tutto il mondo. I tre agitos circondano un punto centrale per sottolineare che il Comitato Internazionale Paralimpico (IPC) ha il compito di riunire atleti provenienti da ogni angolo del mondo e consentire loro di competere.

Le Paralimpiadi hanno un “motto” che è stato introdotto nei Giochi del 2004 di Atene ed è: “Spirit in Motion”, mentre il precedente era “Mind, Body, Spirit” (introdotto nel 1994).

All’apertura dei Giochi Paralimpici vi è il “Giuramento degli atleti”, identico al giuramento olimpico originariamente scritto da Pierre de Coubertin, modificato però nel corso degli anni. Un atleta del paese organizzatore, come rappresentante di ciascuno dei concorrenti paralimpici partecipanti, tiene un angolo della bandiera paralimpica, insieme ai rappresentanti di giudici e allenatori, recitando il giuramento.

La gente coraggiosa non teme di perdonare per il bene della pace”. (cit. Nelson Mandela)

Se Guttmann pensava allo sport come medicina, Nelson Mandela lo immaginava come strumento di unione.

Nacque nel 1918 in Sudafrica, studente brillante in legge, divenne avvocato e fu uno tra i fondatori dell’African National Congress (ANC), un’organizzazione pacifica che chiedeva maggiori diritti per i neri.

Obiettivo di Nelson Mandela era quello di unire i sudafricani attraverso lo sport, che allora era praticato dalla sola minoranza bianca. Ad esempio, le nazionali di rugby erano formate da soli bianchi e questo sin da prima che entrasse in vigore l’apartheid (politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica, e rimasta in vigore fino al 1991). Bisognava raggiungere l’obiettivo di unire il Paese in una sola passione: nell’orgoglio di essere sudafricani al punto da sedersi tutti insieme, nello stesso stadio, bianchi e neri, gli uni di fianco agli altri. Era pertanto determinante identificare lo sport non più con i giocatori, ma con la maglia che indossavano e lo Stato che rappresentavano, insegnando ad una intera nazione il rispetto della dignità, l’umiltà, il senso di appartenenza b, ad essere positivi, ad essere ottimisti, ad abbattere le disuguaglianze.

“Lo sport ha il potere di cambiare il mondo”

Nelson Mandela

     Lipari Danilo II B CH

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