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La “Giornata Mondiale della Libertà di Stampa”

Il 3 maggio si celebra la “Giornata Mondiale della Libertà di Stampa”, proclamata dalle Nazioni Unite nel 1993. Si tratta di un diritto fondamentale di uno Stato democratico ma la situazione oggi nel mondo, secondo quanto denunciato da “Reporter senza frontiere”, non è tuttavia delle migliori e l’Italia si colloca al 41° posto della classifica mondiale. Nel nostro ordinamento la libertà di parola è disciplinato dall’articolo 21 della Costituzione, composto di 5 commi che ne spiegano il significato, l’estensione e le ipotesi di limitazione. “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione” recita. Nel corso della storia ci sono stati però molti episodi di proibizione e distruzione di libri considerati pericolosi dalle autorità pubbliche. Basti pensare alla metà del V secolo, quando Leone I Magno dispose che gli scritti degli apostoli ritenuti non autentici dalla Chiesa fossero non solo proibiti ma ritirati e portati al rogo. Fra il 1517 e il 1530 gli scritti di Lutero furono divulgati in 300 mila copie, lo stesso Lutero considerava la stampa “Atto di Grazia di Dio“ ma, per arginare gli effetti della Riforma e per combattere la diffusione delle teorie ereticali, la Chiesa attraverso il Concilio di Trento riaffermò il controllo e la censura libraria. Per secoli, quindi, fino alla Rivoluzione Francese, qualsiasi libro prima di essere pubblicato doveva essere sottoposto ad un “imprimatur”. Il pensiero di ogni uomo doveva insomma essere sorvegliato ed educato e che certi modi di pensare andavano eliminati. Con l’illuminismo si affermò invece l’idea che ogni uomo debba essere libero di pensare, dire e scrivere ciò che vuole. La libertà di espressione è tipica della democrazia, permettendo a tutti di partecipare alla vita sociale e civile dello stato. La censura invece è tipica della dittatura, come dimostrò Mussolini con la legge 2307/1925, che disponeva che i giornali potessero essere diretti, scritti e stampati solo se avevano un direttore responsabile riconosciuto dallo Stato, quindi al quel tempo fascista, altrimenti erano illegali. Dopo l’8 settembre 1943, la repressione della libertà di stampa continuò nella Repubblica Sociale mentre il resto della penisola venne piano piano liberato dalle forze Alleate.

STAMPA,

Gli anni passano, oltre alla stampa si passa a diversi mezzi di comunicazioni per divulgare le idee: radio, televisione, cinema, giornali ed infine internet, insomma i “mass media”. Attraverso di essi si forma l’opinione pubblica, molto importante per la democrazia. Proprio grazie ai media si riesce infatti in poco tempo a diffondere notizie e opinioni, cambiando decisamente il nostro modo di lavorare, studiare, comunicare e di cercare informazioni. Essi sono entrati in punta di piedi fino ad impiantarsi pienamente in quasi tutto il mondo. Tuttavia la grande libertà di stampa offerta oggi può essere usata male in quanto le informazioni possono essere diffuse da tutti ed è difficile distinguere quelle vere da quelle false, le “fake news”. Strettamente collegato alla libertà di informazione come diritto di informare, diritto di informarsi e diritto di essere informati, è poi il pluralismo della comunicazione, tema in origine limitato alla sola carta stampata e soltanto in seguito esteso alla televisione, nel momento in cui questa assunse un ruolo importante nel campo informativo. Il controllo dei canali televisivi quindi, nonchè delle testate giornalistiche, pongono seri ostacoli alla libertà di divulgare informazioni in modo obiettivo e non condizionato, pena la manipolazione della verità. Il pluralismo dell’informazione perciò non è ancora scontata ma è un obiettivo che va inseguito, garantito e difeso per di tutti i cittadini e per la democrazia.

Angelica Maria Fugazzotto

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)

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