Il Provveditore Stello Vadalà saluta i suoi studenti del Majorana
Voglio iniziare dalla fine e riprendere le parole del preside Vadalà, oggi Provveditore dell’Ufficio Scolastico della provincia di Messina, utilizzate nel salutare gli studenti del Majorana: “una persona da sola non può fare nulla, si lavora con un progetto di insieme e deve essere il progetto preponderante”.
La visita del Provveditore Vadalà ha regalato improvvisamente emozioni ed entusiasmo fra tutte le componenti del Majorana, dal personale docente, collegato dalle aule al canale Youtube della scuola, al personale Ata, ma sono stati protagonisti soprattutto gli alunni, rappresentati in Aula magna dai rappresentanti d’istituto Nadia Geraci e Giada Cavallo, che hanno rivolto parole di stima e apprezzamento per quanto ricevuto in questi anni di frequenza scolastica e “collaborazione”.
Proprio le parole di Nadia, alunna della V A BS, hanno toccato le corde del cuore del preside, come noi vogliamo ancora chiamarlo: il senso di appartenenza a una istituzione che non rappresenta solo un luogo fisico di studio ma una comunità di intenti condivisi e costruiti passo dopo passo. Proprio questo, ha ribattuto prontamente Stello Vadalà, è l’elemento che lo ha sostenuto nel doversi congedare dal Majorana e assumere un altro incarico. La consapevolezza di aver lavorato moltissimo nei suoi 15 anni di dirigenza e aver raccolto enormi soddisfazioni per una realtà che, oggi, si configura sul territorio come un polo formativo di eccellenza e qualità.
Quel senso, inevitabile, di smarrimento, espresso oggi a parole dal vicario, prof. Emilio Arlotta, e provato da tutti sin dai primi giorni della notizia, ha ceduto poi il posto al buon senso e alla seria professionalità di tutti noi, docenti, personale Ata e studenti. Il Majorana continuerà la sua strada, il solco è già stata tracciato e ognuno di noi farà la propria parte nel cercare di non deludere il nostro Provveditore che mantiene nel cuore il titolo a cui ha dato maggiore valore e significato, il preside del Majorana.
E’ facile identificarsi in una realtà positiva e qualitativamente efficiente, ma è altrettanto gratificante credere che la proiezione del nostro lavoro quotidiano di supporto, sostegno, condivisione, ricerca, analisi e studio abbia ricadute effettive in termini ovviamente di crescita culturale e professionale, ma soprattutto umana ed etica.
Mi piace la struttura circolare e, quindi, chiudo con le parole di Nadia: “La salutiamo a malincuore e le auguriamo buona fortuna per questo suo nuovo incarico”.
Franca Genovese