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TERRA MIA: in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

21 Marzo. Primo giorno di Primavera. Giornata del ricordo delle vittime di mafia. h 11:10 – 11:45: manifestazione della scuola G. Verga.

 Vento. Tanto vento. Vento che porta l’odore della Sicilia. Vento che scompiglia i capelli di noi studenti.

 Vento che porta le anime di chi è morto per mano di Cosa Nostra.

Cartelloni, tenuti da noi studenti e da pezzi di scotch attaccati ai muri. Il fruscio delle foglie sopra le nostre teste. Fogli nelle mani dei miei compagni, che aspettano solo di essere letti.

E tante persone. Ma non sono persone “normali”. Sembrano un po’ di cristallo, un po’ di acqua, un po’ di vetro, un po’ di fumo. Ci guardano, sorridenti. Gli occhi che scivolano da uno slogan all’altro. Ho incrociato lo sguardo di uno di loro e gli ho sorriso. Sinceramente, in mezzo a tutta quella confusione, non ho capito chi fosse, ma in quegli occhi ho riconosciuto del coraggio.

Siamo ragazzi, con caratteri, passioni, interessi diversi. E’ difficile tenerci concentrati, è vero, con i nostri sogni ad occhi aperti, con la nostra voglia di ridere, eppure in quel momento qualcosa di particolare aleggiava nell’aria. Era una sensazione che riusciva a tenerci ben ancorati a terra. Date le circostanze, probabilmente sarebbe dovuta essere tristezza. Eppure non era tristezza. Era voglia di mettersi in gioco, di fare la propria parte.

Sì, come dite sempre voi adulti, noi siamo il futuro e dobbiamo farlo nostro. Siamo pronti per scendere in campo e far sentire la nostra voce, perché se vogliamo vivere qui, a casa, è fondamentale costruirla su solide basi. Certo, magari uno solo non può fare tanto, ma siamo in tanti, e se “l’unione fa la forza”, riusciremo a far diventare un fiume questo ruscello, per pulire la nostra isola.

Mi piace che questa giornata sia stata istituita proprio oggi, l’equinozio di primavera. La primavera è simbolo di rinascita. Tutti, se pensano alla primavera, pensano ai fiori che sbocciano, alla Pasqua, alle passeggiate. Tutto, in un certo senso, rimanda alla vita. Il fiore porta il frutto, la morte porta la rinascita, la passeggiata porta la salute. E questa giornata riporta in vita quella testardaggine tipica di noi siciliani.

Di solito, da ogni persona che incontro, cerco di trarne qualcosa e farlo mio. Imparare dagli altri è sempre il metodo migliore di apprendere. Dalle vittime di mafia ho appreso la giustizia. Io, una semplice ragazza di dodici anni, non so se sono in grado di capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ma ogni volta che qualcuno prende in giro una persona mi fischiano le orecchie. Le leggi sono “noiose” da imparare, ma se si agisce con la “buona educazione” e un minimo di buonsenso, non è difficile essere dei buoni cittadini.

ARCORACI ADELE classe 2 A

I C CAPUANA Scuola secondaria di Primo Grado G Verga

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