Sono i bambini le prime vittime di una guerra
Guerra, bambini, amore, lotta per il potere: questi termini sembrano non avere niente in comune, ma in fondo quasi tutto è così, quasi tutto ha qualcosa in comune, come noi creati da uno stesso Dio, dai nomi diversi, fratelli tra di noi, ma non comuni per i litigi che ogni fratello si pone e oppone agli altri fratelli. E’ un po’ come il minimo comune multiplo: scomponendo i numeri in fattori primi e moltiplicando i fattori comuni e non comuni, ciascuno preso una sola volta col massimo esponente. Ecco, solo che qua si prendono tutti uno per uno, due per due, tre per tre ma non ricordiamo i loro nomi, mentre associandoli a numeri viene più facili ricordarli.
Guerra: nome comune di cosa, genere femminile, numero singolare. Aggettivo per riassumerla: letale. La sua storia: l’invidia dell’uomo e la brama di potere.
Bambini: nome comune di persona, genere maschile che racchiude anche il femminile bambine, numero plurale. Aggettivo per riassumerlo: innocui. La sua storia: l’amore dell’uomo.
Amore: nome comune di sentimento astratto, genere maschile, numero singolare. Aggettivo per riassumerlo: non esiste. La sua storia: l’uomo.
Lotta per il potere: espressione formata da due termini, femminile e maschile, astratto e concreto. Numero: “infinito”, perché si ripete da sempre. Aggettivo per riassumerla: non esiste. La sua storia: l’uomo.
Se noi osserviamo con attenzione in tutti questi termini la sua storia, possiamo notare le loro somiglianze: al centro c’è sempre l’uomo, l’amore dell’uomo, la lotta dell’uomo e la brama di potere. Possiamo notare come le cose si incastrano: invidia e brama di potere e amore come guerra e bambini, uomo e uomo come amore, invidia e brama di potere. Io non sono molto brava in grammatica e neanche in matematica, ma in una cosa sono brava: a capire le persone a capire anche gli aggettivi senza conoscerne il valore, senza conoscerne in prima persona il dolore.
La verità è che ciò che unisce veramente queste parole è il dolore: il dolore che si prova quando alcune parole, come guerra, irrompono nella vita delle persone, dei bambini, il dolore che provano loro, il dolore che si fa con queste parole, il dolore che si fa alle persone, vittime della lotta per il potere. Per me non è importante in queste cose capire la matematica o la grammatica: per me è importante scoprire la realtà e non confonderla con la finzione dell’uomo.
Sara Giardina
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)