8 marzo le donne unite contro la violenza e la guerra.
L’8 marzo si celebra la giornata Internazionale delle donne, per ricordare le lotte che le donne hanno dovuto affrontare per la loro emancipazione. Nel corso dei secoli infatti il cammino delle donne verso il riconoscimento del loro ruolo sociale e della loro dignità è stato lungo e difficile. Questa ricorrenza fu istituita a partire dal 1909 negli USA, nel 1911 in alcuni paesi europei e solo nel 1922 in Italia. Molte sono state le conquiste importanti fatte dalle donne in questi anni in Italia: nel 1946 il diritto al voto, nel 1948 il diritto ad accedere in condizioni di uguaglianza agli uffici pubblici e alle cariche elettive e negli anni 70’ la riforma del diritto di famiglia, nel 1981 l’abolizione del diritto d’onore, nel 1996 le norme contro la violenza sessuale, nel 2001 la legge contro le violenze familiari. Nonostante i progressi nella parità di genere e nell’emancipazione, donne e ragazze continuano però a subire discriminazioni e violenze in ogni parte del mondo venendo spesso considerate oggetti o merce di scambio. Garantire alle donne e alle ragazze parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso è fondamentale per la nostra società e l’umanità intera.
La parità di genere, obiettivo 5 dell’Agenda 2030, non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria per un mondo prospero, sostenibile e in pace. Proprio per tutte queste ragioni bisogna dare importanza a questa giornata.
Quest’anno questa ricorrenza si riveste di un particolare significato, con le immagini devastanti che vengono dalla linea del fronte, della guerra in Ucraina, dove le donne sono ancora una volta vittime innocenti dei più disparati crimini, sono costrette a rifugiarsi in bunker e nelle stazioni sotterranee o a fuggire dal proprio paese o ancora protestano in prima linea contro questa guerra sperando di poter garantire un futuro migliore ai loro bambini. Quindi questa giornata è un’occasione per unire le voci di tutte le donne del mondo per dire basta ad ogni forma di discriminazione e di violenza e alla guerra in Ucraina che porta distruzione e morte.
Barbaro Andrea
Rappazzo Stefano
Privitera Maria Chiara
2 A Martino Rodì Milici I.C. Capuana