“La libertà di stampa in un mondo democratico”
La libertà di stampa è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”. Questo recita l’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana, ma in passato non è sempre stato così. Basti pensare ai vari tentativi di censura da parte della Chiesa Cattolica che, considerando la stampa come un pericolo, cercò in ogni modo di avere il controllo della diffusione dei cosiddetti libri “dannosi”. Nel 1559 la Chiesa pubblicò una lista – l’Indice dei libri proibiti – nella quale erano elencati tutti i libri vietati ai fedeli. Ma nel corso della storia molti furono gli episodi di proibizione e distruzione di libri ritenuti pericolosi dalle autorità pubbliche come quello dello scrittore Cremuzio Cordo che, nei suoi libri, criticò la situazione politica del tempo e di conseguenza il Senato ordinò che i suoi libri venissero bruciati. La stessa sorte, dopo circa duecento anni, toccò ai libri degli autori che sostenevano le idee democratiche, il 10 maggio 1933 di fronte all’università di Berlino. Oggi quel rogo rappresenta il simbolo della inciviltà delle dittature. Per molto tempo l’idea che, qualsiasi libro prima di essere pubblicato, doveva essere controllato fu la normalità, in poche parole l’autorità, cioè lo Stato, la Chiesa, decidevano come dovevano pensare le persone. Solo con l’Illuminismo e la Rivoluzione Francese si diffuse l’idea che ogni uomo debba essere libero di pensare, di dire e di scrivere ciò che vuole.
Al giorno d’oggi per divulgare le proprie idee, oltre alla stampa, esistono i mass media ossia mezzi di comunicazione capaci di raggiungere la maggioranza delle persone. Libri, giornali e tutti i mezzi di comunicazione informano l’opinione pubblica, che per la democrazia è fondamentale. Nel XX secolo, grazie alle tantissime informazioni fornite dalla radio e dalla televisione, il mondo è diventato un “villaggio globale”. I mass media, oltre a diffondere notizie, creano le mode, influenzano i comportamenti e questo potere a volte può essere pericoloso per la democrazia, in quanto potrebbe essere usato con lo scopo di manipolare l’opinione pubblica, come le dittature del Novecento che lo sfruttarono per fortificare il loro potere. Oggi internet è il mezzo di comunicazione più diffuso che ci offre varie opportunità lavorative ma anche tante informazioni. Però l’uso scorretto di questo mezzo potrebbe essere pericoloso soprattutto per i bambini. Inoltre le informazioni e le notizie spesso non corrispondono alla verità.
Da un’indagine svolta dal WORLD PRESS FREEDOM INDEX 2020, si evince che ci sia un’evidente connessione tra la limitazione della libertà dei media e la pandemia da Coronavirus, in quanto molti paesi del mondo tendono a celare quali siano in realtà i veri dati dei focolai della pandemia. Per quanto riguarda la libertà di informazione, inoltre, molti giornalisti, in ogni parte del mondo, vengono minacciati di morte e la violenza nei loro confronti è in continuo aumento, anche in Italia dove alcuni di loro sono addirittura sottoscorta. L’ostilità e l’odio verso di loro cresce così come la diffidenza nei confronti dei media, colpevoli di diffondere notizie inaffidabili. Il calo delle vendite, l’aumento dei costi di produzione hanno costretto molte organizzazioni a tagliare le risorse e licenziare i giornalisti. La libertà di stampa non deve essere mai censurata, ma chi ha la possibilità di diffondere ciò che pensa deve farlo in modo tale da non offendere la dignità di nessuno.
Aurora Biondo
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G