Per il Giubileo del Convento di S.Antonio da Padova una mostra ispirata al “Cantico delle creature”
Mercoledì 9 febbraio 2022, la classe terza A della scuola secondaria di primo grado “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto ha avuto l’opportunità di visitare, presso il vicino Convento di Sant’Antonio da Padova, una affascinante mostra inserita nel programma delle celebrazioni del “Giubileo” per i 400 anni dalla fondazione del Convento francescano. Qui Frate Carmelo ha mostrato e spiegato ai ragazzi alcune opere di ceramica basate su un’opera molto importante sia dal punto di vista religioso che letterario: “Il Cantico delle creature” di San Francesco d’Assisi, canto di lode al Creato scritto nel 1224. L’artista di queste opere in ceramica, esposte per l’occasione del Giubileo, in totale cinque, è diventato frate dopo aver lavorato per 10 anni solo ceramica; poi si è avvicinato ai frati francescani in un luogo in cui altri confratelli non erano più in grado di autogestirsi e si è dedicato anche lui alla vita spirituale, lavorando, pregando e continuando a realizzare le sue meravigliose creazioni artistiche. In particolare ha voluto riassumere il famoso “Cantico”, così come è arrivato a noi. Il primo piatto in ceramica è l’insieme di tutti gli elementi della natura che San Francesco chiama “frate” e “sora”, come il sole, le stelle, la luna… In basso, a completare l’esposizione, la rappresentazione dei vari tipi di cottura e un frammento del testo del “Cantico”.
Il secondo piatto è invece completamente dedicato a “messor lo frate sole”, radiante, brillante e imponente, e sotto il frammento del testo in cui parla del sole, che San Francesco vuole paragonare all’Altissimo. Il terzo piatto è dedicato a “sora luna e le stelle” e, attorno al piatto stesso, un manto blu e di un oro brillante che vuole far capire come San Francesco paragoni tutto ciò alla brillantezza degli animi, a quanto sono preziose le stelle che brillano di luce propria in un cielo così oscuro. La quarta ceramica è dedicata a “frate vento”, e su questa Fra’ Carmelo ha fatto ragionare i ragazzi perché ha detto loro: “Oggi noi paragoniamo il vento a qualcosa di disastroso, che spazza via case, alberi. Molti pensano che la natura ci voglia cacciare via. Invece non è così. Vuole solo che noi, esseri umani, e la natura ci alleiamo, creiamo un’unica cosa”. E stata una riflessione importante per gli alunni perché anche loro, in questo giorno importante si sono alleati tra religioni diverse, visto che, oltre a ragazzi cattolici, c’erano tra loro alcuni testimoni di Geova che sono rimasti ad ascoltare attenti tutto il tempo della spiegazione e hanno sentito il discorso insieme ai compagni. E’ stata quindi una vera e propria alleanza tra confessioni religiose. Oltre alle precedenti creazioni di ceramica, erano esposte anche altre due installazioni che rappresentavano “sor’aqua”, che è preziosa e utile, e “frate focu”, che ci illumina ed è forte, per riprendere le parole del Santo di Assisi. Attorno ad ogni piatto di ceramica c’erano, anche in questo caso, diversi oggetti per far capire meglio ai visitatori cosa rappresentavano: per il fuoco le candele, per il vento le foglie, per l’acqua un vaso di fiori; per il sole un gran mantello giallo e per la luna e le stelle un mantello blu con delle stoffe brillanti. I ragazzi hanno poi continuato il loro percorso di visita dentro una stanzetta da cui è nato tutto, da cui ha avuto origine il Convento francescano e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova a Barcellona Pozzo di Gotto, quattrocento anni fa. In un angolo erano infatti esposti due modellini di Chiesa: uno enorme, che rappresenta il Convento francescano e la chiesa come sono in questo momento, e uno piccolino che rappresenta la Chiesa di molti secoli fa, che era la stanzetta in cui è stata allestita la mostra. In quella stanzetta è nato il Convento. Ora lì si possono osservare antiche reliquie della camera di una volta, in cui i frati si riunivano e dormivano; ma man mano che i confratelli sono aumentati, la stanzetta è diventata sempre più grande e adesso ci sono degli archi portanti perché sopra ci sono altre camere.
Oggi il Convento francescano è un luogo enorme, in cui i frati possono risiedere e dove il 2 agosto, ogni cinque anni a livello mondiale e tre a livello regionale, si festeggia la “Festa del Perdono” in cui tutti i frati si riuniscono e dormono accampati in tende. Questa festa nasce otto secoli fa e ricorda i momenti in cui San Francesco e gli altri francescani si riunivano nel piccolo convento ad Assisi e, poichè essi già sapevano che la stanzetta era piccolina, portavano con sè le tende e tutto ciò che serviva per ripararsi la notte. Quel piccolo posto era sacro e San Francesco diceva sempre che lì si poteva vedere Nostro Padre e che, se li avessero cacciati dalla porta, loro sarebbero dovuti rientrare, anche dalle finestre se necessario. Così ancora oggi, dopo bensì otto secoli, i frati pregano e lavorano lì. Prima di salutarli, fra’ Carmelo ha infine raccontato agli alunni in visita un aneddoto narrando che, una volta, a San Francesco apparve in sogno Gesù Cristo, che gli disse che aveva un animo dolce e gli chiese se volesse qualcosa. Ma San Francesco si mise nei panni di un peccatore e l’unica cosa che chiese fu “perdono e misericordia”. Ma non li voleva solo per lui, bensì per tutte le persone che erano in quel mondo, senza una scadenza di tempo, per sempre. Ciò a far capire, anche ai giovani di oggi, quanto il grande Santo di Assisi avesse a cuore l’animo di tutti gli uomini, del passato ma anche del futuro.
Così, tra la storia del “Cantico”, splendidamente rappresentato in opere d’arte, e la vita di San Francesco, si è concluso il viaggio nel passato e nel Creato che per un pomeriggio ha affascinato gli alunni e ha lasciato sicuramente un’impronta profonda nelle loro menti e nei loro cuori.
Karen Torre
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G. (ME)