INCIAMPARE PER RICORDARE
Le “pietre d’inciampo”, dette anche “Stolpesteine” in tedesco, sono uno dei simboli più importanti della “Giornata della Memoria” e sono state create per ricordare tutte le vittime della persecuzione nazi-fascista, che sono state perseguitate per le loro idee politiche, la loro religione, orientamento sessuale e colore della pelle, deportate nei campi di concentramento. Esistono più di 75 mila pietre nella maggior parte dei paesi europei, più di mille delle quali si trovano in Italia.
Colui che ha ideato le pietre d’inciampo è Gunter Demnig, un artista tedesco che si è ispirato a un passo celebre del Talmud, una raccolta di commenti alla Torah scritti dai rabbini nel Medioevo. “Una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome” vi si legge. Ma questa frase, scritta tempo fa, è così drammaticamente vicina a quella di un giovanissimo ebreo, di nome David Berger, che scrisse nella sua ultima lettera: “Se dovesse accadere qualcosa, vorrei che lì ci fosse una persona che ricordasse che una volta è vissuto qualcuno che si chiamava David Berger”. Quest’ultimo, pensando alla sua morte, aveva quindi espresso un ultimo desiderio: quello di essere ricordato con il suo nome e non come uno dei tanti numeri con cui i deportati furono contrassegnati. E ciò che vogliono comunicare le pietre d’inciampo è proprio quello: ricordare i morti della Shoah come esseri umani, con la giusta dignità che meritano.
Le pietre vogliono in particolare attirare l’attenzione delle persone che vi si imbattono e, anche se non sono molto grandi come altri monumenti, hanno un significato importante, poichè devono riuscire a far riflettere e suscitare ogni genere di emozioni. Oltre a restituire la dignità di essere umano a chi fu ucciso dai nazisti in condizioni disumane e brutali, infatti, il loro scopo è anche e soprattutto quello di far sì che tutto ciò non accada mai più, per nessun motivo o giustificazione.
L’incisione sulla superficie della pietra ricorda nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e data di morte della persona a cui è dedicata, ed essa viene deposta davanti all’abitazione dalla quale le vittime sono state portate via e strappate ai loro affetti e occupazioni, per essere uccisi senza ragione, spesso finiti in fosse comuni o per la maggior parte ridotti in cenere, di conseguenza, privando le famiglie e i discendenti di un luogo dove ricordarli. Nonostante ciò, in alcune città europee le comunità ebraiche hanno chiesto e ottenuto il divieto di installare le pietre d’inciampo nelle città, ritenendo che calpestarle accidentalmente possa essere un insulto alla memoria dei defunti.
Leggere i loro nomi nei nostri paesi è invece un atto di fede, perchè non succeda mai più, perché si possa seminare memoria e estirpare odio e violenza anche dal vocabolario.
In occasione del “Giorno della Memoria”, perciò centinaia di nuove pietre d’inciampo rendono più ricche, più vive città e paesi e sempre più spesso le giovani generazioni ricorrono ad esse per “ricordare di non dimenticare” l’orrore della Shoah nella storia.
Aurora Biondo e Sofia Bucolo
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G