martedì, Dicembre 17, 2024
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Nessuno può privarti dei tuoi diritti umani

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi non dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza” (Art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Con l’espressione “diritti umani” si intende il diritto fondamentale alla libertà di cui tutti gli esseri umani devono godere e sui quali ciascun governo non dovrebbe interferire limitandoli. I diritti umani, che dovrebbero essere inviolabili e garantiti, sono in particolare il diritto alla vita e alla libertà, la libertà di pensiero e di espressione, l’uguaglianza di tutti gli esseri umani di fronte alla legge.

Ogni persona gode dei diritti fondamentali semplicemente per il fatto di essere una persona. Sono detti “diritti umani” perché non sono un privilegio ma un diritto fondamentale e spettano a chiunque a prescindere dall’età, dal sesso, dalla razza, dalla religione, dalla nazionalità. I diritti umani di terza generazione, riguardanti la collettività e la solidarietà sociale, si sono invece sviluppati solo recentemente. Questi comprendono i diritti che proteggono le categorie vulnerabili, come ad esempio le donne, le persone LGBTQI+, i bambini, le popolazioni indigene, i rifugiati ed i migranti, oltre al diritto alla pace, allo sviluppo, all’assistenza umanitaria ed alla protezione dell’ambiente. 

Nessuno può essere privato dei propri diritti umani, in base all’articolo 30 della “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, che venne approvata nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948 a Parigi. L’art. 30 dichiara infatti che: “nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto per un qualsiasi Stato, gruppo o persona, di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati”

Queste dichiarazioni sono e saranno sempre importanti perché ogni uomo deve essere rispettato, ma deve anche impegnarsi a rispettare ogni altro individuo.

La “Dichiarazione” elenca i diritti e le libertà fondamentali dell’individuo e nasce dopo le grandi violenze della Seconda guerra mondiale, culminate nei campi di concentramento nazisti e nella distruzione sistematica del popolo ebraico. Quel nuovo documento serviva quindi a porre un argine alle crudeltà delle guerre del Novecento e riaffermare la volontà delle Nazioni Unite di progredire nel rispetto dell’uomo. Costituisce la base di un mondo fondato su libertà, giustizia e pace. 

Oggi molti stati si rifiutano di riconoscere come vincolante la Dichiarazione universale dei diritti umani. Questo non è strano: essa pone ai governi numerosi obblighi nei confronti dei cittadini e questi obblighi costringono gli uomini politici a comportarsi in modo democratico, ma la democrazia non è una conquista facile. E poiché la democrazia limita il potere dei governanti, non sempre questi ultimi ne accettano le regole.

“Un diritto non è ciò che ti viene dato da qualcuno: è ciò che nessuno può toglierti”

La strada è ancora molto lunga, l’uomo va educato ad un cammino di valori e cultura liberale e umanitaria. Quindi, a mio parere, non bastano tribunali, leggi, decreti o dichiarazioni, ma bisognerebbe insegnare il rispetto reciproco e la tolleranza individuale e collettiva di ognuno verso il prossimo.

Sofia Bucolo

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G

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