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3 ottobre – Giornata della memoria e dell’Accoglienza

Ancora una giornata dedicata, ma questa è legata fortemente all’emozione prima e all’indignazione dopo, provate da tutti nell’apprendere la tremenda notizia del naufragio e conseguente perdita della vita di ben 368 esseri umani che avevano lasciato le loro terre e le loro case per cercare rifugio, protezione e opportunità di vivere dignitosamente.

Otto anni fa, il 3 ottobre del 2013, l’isola di Lampedusa ha assistito impotente all’ennesimo dramma del mare in cui centinaia di persone persero la vita e 155 riuscirono a salvarsi in quelli che tutti abbiamo imparato a chiamare, paradossalmente, viaggi della speranza. Pertanto, il 3 ottobre è diventata una data simbolica non soltanto per commemorare le vittime di quel naufragio ma per ricordare le migliaia di persone che regolarmente muoiono annegate nel Mar Mediterraneo o restano bloccate ai confini d. Europa.

Dal 2016 la Repubblica italiana ha istituito una legge, la 45/2016 con cui oltre a ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”, organizza “su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all’integrazione e all’accoglienza”.

Centinaia di studenti provenienti da 22 Paesi d’Europa, i sopravvissuti e i parenti delle vittime insieme ai rappresentanti delle istituzioni, hanno partecipato a laboratori promossi dal Comitato 3 ottobre, con il partenariato del Miur, chiedendo con forza che certe tragedie non accadano più e lanciando appelli alle comunità internazionali. Il momento di commemorazione più alto si è avuto alle 10:30 quando, dopo il raccoglimento davanti alla Porta d’Europa, c’è stato il lancio di una corona di fiori nel punto in cui si è verificato il naufragio.

L’ evento drammatico del 2013 non è certamente isolato dato che si ritiene che, ad oggi, oltre 22.000 migranti abbiano perso la vita nel Mar Mediterraneo. La speranza, oltre che l’augurio più sincero, è che il nostro mare, il mare nostrum, torni ad essere luogo di accoglienza e solidarietà, ponendo fine a scenari di profonda angoscia e tristezza e colmando lo sguardo e il cuore di immagini di pace e di fratellanza.

Franca Genovese

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