La Pasqua “laica” di Dacia Maraini
I chiodi sono entrati nella carne, in quelle mani scheletriche dopo lo strazio dell’agonia che io da bambina, in collegio, sentivo come un’offesa al mio senso della giustizia e nascondevo le mani sotto le ascelle per non sentire il dolore dei chiodi nella mia immaginazione infantile. Ecco, io aspettavo dopo tanto dolore, aspettavo con ansia il momento della Resurrezione. Al terzo giorno, in un’alba grigia e nebbiosa, due donne salgono al Golgota per piangere davanti alla tomba di Gesù.
Ma quale la sorpresa nel trovare il sepolcro aperto e la tomba vuota! Poi, dall’ombra di quella grotta, esce una immagine inaspettata: Cristo vestito di bianco che cammina leggero, integro, bello come il sole nascente e dice alle due donne: “Andate ad avvertire i discepoli che sono risorto”
Oggi sembra una cosa ovvia poiché le donne erano venute all’alba, lo avevano visto prima di tutti, vengono incaricate di avvertire gli apostoli, ma c’è qualcosa di molto più potente in quella frase!
Bisogna ricordare che le donne allora non avevano il diritto di testimoniare. Il fatto che il Cristo risorto le incarichi di testimoniare della sua Resurrezione è un atto rivoluzionario, nessuno lo ricorda, ma io, da laica, voglio metterlo in evidenza per fare capire quanto Cristo fosse all’avanguardia nella vita sociale ed etica del momento e quanto poi sia stato tradito e contraddetto.
Oggi papa Francesco ci dice che nel calvario della terra neanche una lacrima andrà perduta. Parole arcane e gloriose come gloriosa è l’idea della rinascita di un corpo sacro che corrisponde alla rinascita dei bocciolo delle foglie nuove dell’arrivo della primavera. Questa è la Pasqua!