Una Via Crucis speciale: l’abbraccio del Papa ai bambini
Caro Gesù,
Tu sai che anche noi bambini abbiamo delle croci, che non sono né più leggere né più pesanti di quelle dei grandi, ma sono delle vere e proprie croci, che sentiamo pesanti anche di notte…
Una Via Crucis particolare come particolare è stata ancora la Pasqua di questo difficile 2021!
Già l’apertura dei riti della settimana santa in una basilica blindata con pochi fedeli è stata salutata da papa Francesco con una frase lapidaria “L’anno scorso eravamo chiusi, scioccati, quest’anno siamo più provati e la crisi economica è diventata pressante – per aggiungere ancora – Non dobbiamo cedere al pessimismo. Lungo la via crucis quotidiana incontriamo i volti di tanti fratelli e sorelle in difficoltà, non passiamo oltre”.
Ma poi la magia del venerdì sera e l’abbraccio del Papa ai bambini a cui la pandemia da Coronavirus ha chiesto i sacrifici più grandi durante questo lungo anno. Indelebile resterà nei nostri occhi, se non nei nostri cuori, l’immagine, trasmessa in mondovisione, di papa Francesco sul sagrato di Piazza San Pietro in ascolto dei testi e deidisegnia commento delle 14 stazioni della Via Crucis, preparati dalle ragazze e dai ragazzi della parrocchia romana dei Santi Martiri dell’Uganda, il gruppo scout Agesci Foligno e gli ospiti di due case famiglia di Roma.
La scelta di affidare a dei bambini le meditazioni della Via Crucis è un invito di papa Francesco a guardare alle sofferenze dell’umanità attraverso gli occhi dei più piccoli.
«Gesù vorrei perdonare chi mi prende in giro ed essergli amica». Mentre per commentare la deposizione, l’autore del disegno scrive: «Fammi essere sereno nei momenti brutti».
Il punto di arrivo è nella preghiera finale “Aiutaci a diventare come loro, piccoli, bisognosi di tutto, aperti alla vita. Fa’ che riacquistiamo la purezza dello sguardo e del cuore…”
Ecco allora che non c’è bisogno di parole e così papa Francesco chiude in silenzio il rito con la sua benedizione per poi rompere il protocollo, com’è suo solito, e, facendo un gesto da nonno, abbracciare i più piccoli che, con l’ingenuità e lo slancio della loro età, si soffermano a salutarlo.