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L’orizzonte filosofico di Italo Svevo

Italo Svevo ebbe una formazione molto ampia, nutrita sia da interessi letterari sia da studi filosofici. L’intellettuale italo-triestino camminò sulla linea di pensiero di due grandi intellettuali agli antipodi l’uno dall’altro: Schopenhauer e Darwin, incorniciando il tutto con Freud e Marx.

Del pensiero di Schopenhauer lo colpì l’asserzione del carattere illusorio della volontà dell’uomo, illudendosi, quest’ultimo, che le azioni derivino, sia buone che cattive, dalla sua volontà. Più tardi Freud chiamerà la voluntas di Schopenhauer inconscio, una forza che deriva e agisce dal profondo dell’uomo. Da Darwin, invece, Svevo mutuò l’idea della violenta e selettiva lotta per la vita e la teoria dei condizionamenti sociali.

Dalla confluenza di questi due flussi di pensiero nasce l’inetto, individuo privo di libertà decisionale e di scelta. Come cornice abbiamo la psicoanalisi di Sigmon Freud, Svevo infatti apprezzò la psicoanalisi non come terapia ma come strumento conoscitivo e narrativo.

Infine, Svevo venne influenzato anche dalla teoria marxista, da cui trae origine la usa disapprovazione al capitalismo e alla divisione della società in classi, con atteggiamento critico, soprattutto, verso la società borghese.

A completare la sua formazione contribuisce, con notevole incidenza, l’ambiente in cui si trova lo scrittore, vale a dire Trieste, confluenza di ben tre civiltà, un crocevia di idee, costumi, esperienze ed emblema della cultura mittleuropea.

Jody Bertino V C BS

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