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Forse domani splenderà ancora il sole…le farfalle non vivono nel ghetto…27 GENNAIO

Szpilman: C’è un’ordinanza che vieta agli ebrei di sostare nei giardini.

Dorota: Stai scherzando?

Szpilman: No, per niente. Ci potremmo sedere su una panchina, ma c’è un’altra ordinanza che vieta agli ebrei di sedersi sulle panchine.

Dorota: Ma è assurdo!

Szpilman: Possiamo stare in piedi e parlare, non penso che ciò sia vietato. (Dialogo tratto da-Il pianista)

Si, negli ultimi tempi, prima del genocidio, la vita degli ebrei si alternava tra un’ordinanza, dei divieti e delle restrizioni…Un po’ come la nostra vita da circa un anno a questa parte…PERO’, con una sostanziale differenza, le nostre restrizioni sono dettate dal cercare di venir fuori da una pandemia mondiale, per far sì che i contagi da COVID-19 diminuiscano e pian piano riprendere in mano la “nostra” normalità;  quelle degli ebrei erano ordinanze che potremmo definire di “privazioni di libertà, per cause poco note, o oserei dire insensate… basate sul nulla” la loro vita , “non era più degna di chiamarsi tale”, era diventata impossibile, dopo anni e anni di discriminazioni…

Per i nazisti gli ebrei erano un pericoloso nemico interno, colpevole di molti dei problemi della Germania, tanto che nel 1942  adoperò spazi, uomini e risorse per mettere in pratica ciò che i nazisti avevano definito “la soluzione finale”: lo sterminio di tutti gli ebrei…quello che fino a qualche tempo fa era definito olocausto: una parola che sta a significare i sacrifici praticati in antichità, PER MOTIVI RELIGIOSI, in cui le vittime (agnelli, tori, insomma animali) venivano bruciate interamente…proprio come gli ebrei, bruciati nei forni crematori, ma qui, non vi era nulla a che vedere con la religione.

Nella Shoah (termine utilizzato oggi, che significa catastrofe) vi era soltanto l’odio e la discriminazione nei confronti di persone di fede e di famiglia ebraica (antisemitismo), persone normali, insegnati, medici, alcuni di loro sposati con tedeschi di origine non ebrea…Ma per Adolf Hitler, “erano una razza inferiore rispetto alla razza ariana, portatori di malattie e morte, incarnavano il male sotto ogni punto di vista e l’unico modo per tornare ad avere una Germania forte, ricca e rispettata internazionalmente, era la liquidazione, inoltre gli ebrei sarebbero stati colpevoli di aver inquinato la razza tedesca”… Ed è proprio da quel momento in poi che gli ebrei non saranno più considerati cittadini tedeschi: NON possono più votare e NON possono più sposarsi con cittadini tedeschi, nei negozi tedeschi spuntano i primi cartelli con scritto “gli ebrei NON possono entrare. Gli ebrei NON possono uscire la sera, NON possono avere una bicicletta, i medici ebrei NON possono più praticare la propria professione negli ospedali pubblici, nemmeno gli avvocati e gli insegnanti, gli ebrei NON possono più ottenere l’abilitazione per questi titoli. 

Di lì a poco vengono devastati negozi gestiti da ebrei, sinagoghe e case per tutta la Germania, iniziano a confinarli in ghetti, piccole aree isolate dal mondo circostante, recintate… Venivano deportati ed obbligati a vivere in condizioni misere. Vengono studiate strutture dedicate allo sterminio, come Auschwitz, in cui gli ebrei saranno eliminati in massa attraverso metodi come le camere a gas. Altri prigionieri ebrei avevano il compito di eseguire la cremazione dei numerosi cadaveri in forni crematori industriali. Molti di loro moriranno o saranno uccisi durante le marce della morte, e per molti di quelli che riusciranno a raggiungere i campi, il destino non sarà migliore…

Questo è ciò di cui noi uomini siamo capaci, uomini di ogni tempo… CAPACI di eradicare malattie infettive causate da microrganismi, come i virus e altri patogeni, CAPACI anche a dire “stupidità” e ad agire da “eroi immuni contro il coronavirus, perché tanto non esiste…perché tanto il vaccino non fa nulla…perché tanto è inutile restare a casa…siamo tutti esperti in virologia!!”…. Ma non siamo stati ancora CAPACI di agire contro il virus del razzismo e “dell’ignoranza”.

Lo sterminio di circa due terzi degli ebrei che abitavano l’Europa è considerato un genocidio, ovvero l’uccisione di un intero popolo, senza distinzioni di età, sesso, opinioni o religione.

Non si tratta dell’unico genocidio della storia, ma ciò che lo rende unico è la “soluzione finale” con il suo carattere sistematico e pianificato. Nel cuore della civilissima Europa, nel periodo in cui gli europei si consideravano i popoli più “avanzati”, sia tecnologicamente che culturalmente, di tutto il mondo, Hitler e il nazismo pianificavano la cancellazione totale di tutti gli ebrei dalla faccia della terra.

Ma quel 27 gennaio 1945 i cancelli di Auschwitz vennero “abbattuti definitivamente”. Quando l’ armata dell’esercito sovietico arrivò al campo principale di Auschwitz, fece il suo ingresso sotto la scritta “Arbei macht frei”, trovandosi uno scenario desolante, una giornata che cambiò la storia del Novecento e la percezione dei crimini del regime nazista.

Il 20 luglio del 2000 in Italia è stata istituito ogni 27 gennaio il “Giorno della Memoria”: una commemorazione pubblica non soltanto della Shoah, ma anche delle leggi razziali ed in ricordo di tutti gli italiani, ebrei e non, che sono stati uccisi, deportati ed imprigionati. Questa legge prevede l’organizzazione di cerimonie, incontri ed eventi commemorativi e di riflessione, rivolti in particolare (ma non soltanto) alle scuole e ai più giovani. Lo scopo è quello di non dimenticare mai questa pagina triste della nostra storia affinché, come dice la stessa legge “simili eventi non possano mai più accadere”, in modo da ribadire quanto sia importante conoscere il passato e ciò che è accaduto. Dal 2005, anche tutti gli stati membri delle Nazioni Unite hanno il dovere di inculcare nelle generazioni future le “lezioni dell’Olocausto, una pagina dell’umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”, inoltre si  rifiutano tentativi di negazione dell’Olocausto come evento storico, chiedendo che i luoghi in cui un tempo vi erano i campi di concentramento, di lavoro e di sterminio vengano conservati. “C’è bisogno di continuare a ricordare, affinché mai più possa verificarsi una tale catastrofe”

Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà, un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte il rombo l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili” (citazione web)

Marica Genovese V C BS

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