mercoledì, Novembre 6, 2024
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DIEGO ARMANDO MARADONA “EL PIBE DE ORO”

‘’Maradona è megli’e’ Pelè”.

Così cantava Tommaso Paradiso in una famosa canzone della scorsa estate. E probabilmente…è proprio così!

Maradona è (per molti) il più grande calciatore di tutti i tempi. Noi ragazzi non abbiamo avuto la possibilità di vedere giocare Maradona, ma conosciamo la sua bravura anche grazie a videogiochi come Fifa dove, fra le carte delle leggende, spiccano, tra tutte, tre carte: Ronaldo Il Fenomeno e, soprattutto, Maradona e Pelé! E con Pelé, anche nella vita reale, è sempre esistita la rivalità più grande della storia (ben prima di quella di oggi tra Messi e Cristiano Ronaldo).

E poi, quando si gioca a calcio, si è soliti dire, rivolto ai più bravi: ‘’sei forte come Maradona’’

Diego Armando Maradona nacque a Lanus, in Argentina, il 30 ottobre 1960. Comincia a muovere i primi passi della sua carriera all’Argentinos Junior, passando al Boca Juniors e trasferendosi poi in Spagna al Barcelona, dove verrà ricordato soprattutto, oltre che per la bravura, per l’infortunio alla caviglia provocato da Goicoechea, giocatore dell’Atletico Bilbao contro cui Maradona si vendicò in una leggendaria rissa in finale di Coppa del Rey.

La leggenda di Maradona, soprattutto per noi italiani, si forma al Napoli, dove vincerà una Coppa Italia, una Coppa Uefa e due scudetti, segnando anche la punizione più bella della storia del calcio contro la Juventus. Alla fine della carriera, Maradona giocherà ancora in Spagna, nel Siviglia, e poi nel Boca Juniors e nel Newell’s Old Boys, squadre argentine.

si consacra però a livello internazionale con la maglia dell’Argentina, vincendo un Mondiale U20 (1979) ed una Coppa del Mondo (1986) quasi DA SOLO (perché i suoi compagni erano giocatori non particolarmente bravi).

La sua partita più iconica è quella dei quarti di finale dei Mondiali del 1986 contro l’Inghilterra di Lineker, in cui segnerà una doppietta: il primo è un gol di mano, la famosa Mano de Dios; ed il secondo semplicemente il gol più bello della storia del calcio, l’aquilone cosmico.

Maradona concluse la sua carriera in nazionale ai mondiali del 1994 negli U.S.A.: si racconta che non voleva giocare e che la FIFA lo supplicò di partecipare, perché così ci sarebbero stati molti più spettatori.

Maradona giocò e l’Argentina vinse due partite. Segnò un gol contro la Grecia ed esultò, con grande rabbia, di fronte alle telecamere, con immagini che fecero il giro del mondo.

Ma dopo due partite, Maradona fu squalificato perché trovato positivo ad un controllo antidoping.

Maradona ha sempre sostenuto di non avere assunto sostanze dopanti e che la squalifica era stata una vendetta della FIFA, che lui aveva criticato accusandola di non pensare al bene dei calciatori ma solo agli affari, trascurando quelli che – finita la carriera – non avevano neanche risorse sufficienti per vivere. Senza Maradona, l’Argentina fu sconfitta dalla Romania ed eliminata subito dal Mondiale.

Amava il calcio e non perdeva occasione per esaltarne i gesti tecnici. Ma era anche un po’ una testa calda.

Numerose sono le ‘’bravate’’ che hanno segnato la sua carriera: vari eccessi; frequentazioni sbagliate; uso di droghe, in particolare cocaina; al Mondiale del 1986 sparò con un fucile ad aria compressa ferendo anche delle persone, aveva però anche un cuore d’oro, e lo ha dimostrato in molte occasioni, come quando ha allenato un bambino senza gambe, facendolo sentire come gli altri bambini, o come quando ha partecipato ad una partita per beneficenza, contro il volere del Presidente della sua squadra.

Ciro Ferrara, suo compagno di squadra al Napoli, ricorda che nello spogliatoio era una presenza costante e di grande esperienza, capace di far crescere tutti e insegnare ogni minimo aspetto di ciò che andava fatto in campo, sempre pronto a correggere, ma solo quando tutti erano usciti dallo spogliatoio: “era considerato un dio, ma nessuno è stato più umano di lui” (cit).

Era molto benvoluto dagli altri calciatori, tanto da essere oggetto di numerose dediche d’affetto e ammirazione:

“Diego era capace di cose che nessuno avrebbe potuto eguagliare. Le cose che io potrei fare con un pallone, lui potrebbe farle con un’arancia” (MICHEL PLATINI)

“Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare” (ARRIGO SACCHI)

“Diego Maradona non è stato solo il più grande calciatore, ma anche il più onesto. Era un modello di buon comportamento in campo. Rispettava tutti, dai top-player ai calciatori ‘normali’. Era sempre tartassato dai falli e non si lamentava mai, non come alcuni di attaccanti di oggi” (PAOLO MALDINI)

“Quando Diego segnò il secondo gol contro di noi mi sentivo di applaudire come mai mi era capitato prima, è la verità. È il più grande calciatore di tutti i tempi e di tanto. Un vero e proprio fenomeno” (GARY LINEKER, giocatore dell’Inghilterra ai Mondiali del 1986)

“Quello che ha fatto lui con la palla non l’ha fatto mai nessuno e non lo farà mai nessuno. Ha fatto cose straordinarie, tutto quello che c’era da fare l’ha fatto” (FRANCESCO TOTTI)

“Maradona era il “pacchetto completo”. Lui non era soltanto un grande calciatore, era un leader. Sapeva vincere da solo, come ha fatto al Mondiale. Era una bravissima persona. Il suo problema era che voleva essere amato da tutti. E quando i giornalisti lo stuzzicavano lui ci rimaneva male e reagiva subito. Nel suo cuore era una buona persona. Quando vedo Messi penso che è un grande calciatore ma è protetto: dagli arbitri, dalle telecamere, dal regolamento. Messi può limitarsi a dribblare. Diego doveva saltare alto così, non per fare dribbling ma perché volevano spezzargli le gambe” (RUUD GULLIT)

“Durante una partita Juventus-Napoli nello spogliatoio ci dicemmo che l’unico modo per fermarlo era menargli di brutto. Ma dopo dieci minuti in campo ci guardammo e ci dicemmo che no, era troppo bello vederlo giocare” (ZBIGNIEW BONIEK)

“Maradona non è davvero un esempio per i giovani. Ha avuto la chance di ricevere un dono da Dio, quello di saper giocare a calcio. Nonostante la sua vita molto sregolata, c’è ancora gente disposta a dargli un lavoro. Se avessero un po’ di coscienza, non lo farebbero più. Se non cambia, non avrà mai più un lavoro. È stato un grande giocatore, ma non è un esempio” (PELE)

Maradona aveva grande personalità e lo dimostrò in più occasioni, come testimoniano queste frasi:

“Voglio diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”.

“Messi è il nuovo me”.

“Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo”.

“Il primo gol? Un poco con la cabeza de Maradona y un otro poco con la mano de Dios”.

“Potevo anche trovarmi a una festa di gala vestito di bianco, ma se vedevo arrivare un pallone infangato l’avrei stoppato con il petto.”

Purtroppo, il 26 novembre è deceduto per un arresto cardiaco, dopo aver subito un intervento al cervello per un ematoma.

Tutto il mondo si è fermato, non solo gli appassionati di calcio.

In tanti hanno manifestato il proprio affetto per un campione, probabilmente, unico.

Tra le migliaia di frasi ed immagini con le quali è stato salutato Maradona, una ci ha colpito in particolare, e ci sembra il finale migliore per una storia davvero straordinaria:

MARIO OTERI E GABRIELE SAITTA 2C IC Mazzini Messina

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