LA SCUOLA MI MANCA
La sera di lunedì 2 novembre ci è stato comunicato tramite una circolare che le scuole sarebbero rimaste chiuse fino al 14 novembre. La motivazione è stata l’aumento di casi di Covid 19 nella nostra città e nelle scuole. Il giorno successivo lo abbiamo impiegato per organizzare le classi virtuali e capire un po’ meglio come affrontare nuovamente questa modalità di studio. Mercoledì 4 è stato il primo giorno di lezioni online e tutto sommato è andato piuttosto bene.
Certo alcuni compagni hanno avuto difficoltà ad affrontare la DAD per diversi motivi: alcuni non hanno ad esempio dispositivi adeguati, altri hanno già fratelli o sorelle che sono collegati o anche genitori che lavorano in smart-working, altri hanno problemi di connessione, ma la maggior parte della mia classe si è collegata facilmente. Inizialmente stare a casa mi ha fatto piacere e vedevo solo i lati positivi. Alzarmi più tardi la mattina, rimanere anche in pigiama, avere del tempo disponibile tra una lezione e l’altra, con la possibilità di chattare con i miei compagni e fare anche brevi videochiamate.
Tutto ciò non me li faceva sentire lontani. Essendo a casa e finendo le lezioni alle 13:00, avevo più tempo libero per fare ciò che mi piace.
Novembre ci ha regalato delle calde giornate ed io ne ho approfittato per giocare a calcio. Abbiamo infatti un grande giardino, dove ho posizionato una porta regolamentare e a turno i miei genitori, i miei nonni e anche il mio fratellino mi tiravano dei rigori che io cercavo di parare abilmente. Quando invece avevo “un’attimo” di malinconia portavo il mio bel pastore tedesco a fare lunghe passeggiate, in un viale alberato vicino casa. Qui cercavo di rilassarmi e scacciare via i brutti pensieri. Fortunatamente Raul, con la sua indole giocherellona, riusciva quasi sempre a farmi ridere e dimenticare questo momento.
Con il passare dei giorni però è subentrata in me una profonda tristezza. Mi sono balenati in mente i mesi passati nella precedente DAD, tanti, lunghi e interminabili. Il vuoto dentro me si faceva sempre più profondo, mi mancava alzarmi presto la mattina con la voglia di vedere i miei compagni e anche i miei professori, di trascorrere in serenità la mia adolescenza a scuola, di avere l’ansia di un’interrogazione improvvisa, di un compito difficile, di una sana sgridata dei miei prof, ma anche degli sguardi complici con i compagni a cui sono più affezionato. Proprio loro mi mancavano più di tutto.
La voglia di tornare a scuola cresceva dentro me e quei giorni sembravano non finire mai. Quando era ormai sicuro che saremmo tornati in classe ero felice come un bambino che apre un regalo inaspettato, finalmente quel brutto sogno era svanito, ma non del tutto, perché tornando a scuola, la probabilità di essere contagiati, era la paura che ognuno di noi portava dentro di sè.
Rientrati a scuola le regole sono diventate ancora più severe: la mascherina non si può togliere ma molti purtroppo non rispettano questa prescrizione, sono in arrivo i banchi singoli per mantenere le distanze. Insomma questo terribile virus distrugge la vita sociale di ogni singolo individuo, ma con me non ha funzionato perché insieme ai miei amici abbiamo cercato di non perdere mai i contatti, anche se distanti, siamo più uniti di prima! Spero con tutto il cuore che d’ora in poi le scuole rimangano sempre aperte e che questo incubo posso svanire per sempre così com’è iniziato.
Luca Agnello Classe II A I.C. D’Alcontres