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Addio Maradona, eterno numero 10, genio e sregolatezza

Nel pomeriggio di ieri 25 novembre 2020 è giunta una notizia che ha scovolto il mondo, soprattutto quello del calcio, la scomparsa di Diego Armando Maradona nella sua casa a Tigre in Argentina. Considerato uno dei milgiori giocatori del mondo, se non il milgiore, è stato un allenatore di calcio, un dirigente sportivo, un calciatore nel ruolo di centrocampista e capitano, vincendo la coppa del mondo con la sua amata argentina nel 1986 in messico e segnando in semifinale il gol che verrà considerato il gol del secolo. Soprannonimato “il bipe de oro”, cioè ragazzo d’oro, maradona era considerato il dio del calcio.

Nella sua grande carriera ha giocato anche in Italia nella squadra del Napoli segnando 81 gol in 181 presenze e facendo anche vincere il primo campionato e la prima coppa uefa alla squadra partenopea. Verrà ricordato anche per aver “ballato” con il pallone nell’allenamento pre-partita allo stadio San Paolo di Napoli sulle note della famosissima canzone di opus “life is life”. E’ rimasto nel cuore di tutti napoletani in quegli anni in cui gli è stato dedicato un murales nella zona est del capoluogo campano.

Sin dalla vittoria del mondiale del 1986 gli argentini hanno usato e usano tutt’ora il nome di maradona per farsi riconoscere come suoi compatrioti in tutte le parti del mondo.

Nella sua vita al di fuori del calcio conobbe l’ ex dittatore cubano Fidel Castro morto proprio nello stesso giorno 4 anni fa. I due avevano un rapporto bellissimo e secondo una intervista fatta al campione da una nota tv cubana, il campione argentino considerava fidel castro come un secondo padre. Sicuramente adesso staranno scherzando insieme.

Nella sua vita da calciatore vi furono anche momenti bui, come peraltro riportato nella sua biografia pubblicata nel 2000. Maradona infatti dal 1980 fino al 2004 fu dipendente dalla cocaina iniziando a farne uso quando giocava nella squadra spagnola del Barcellona e anche nei 6 anni a napoli divenne schiavo di una vera e propria tossicodipendenza che cominciava a interferire nelle sue capacità tecniche e fisiche. gli anni successivi al ritiro da giocatore di calcio a causa degli eccessi di droga, alcol e anche il suo aumento di peso lo costrinsero a sottoporsi a diversi interventi chirurgici oltre a piani di riabilitazione e disintossicazione. Come tanti grandi personaggli della storia recente e non, ha avuto una vita fatta non solo di gioie ma anche di eventi tali che lo hanno costretto ad un inevitabile declino. le sue parole pronunciate durante un’altra intervista hanno fatto riflettere molti proprio per l’ammissione dei suoi eccessi e la consapevolezza che se non avesse fatto uso e abuso di cocaina avrebbe potuto superare ogni record ma il suo errore fu questo.

E’ stato e sarà ricordato da tutti gli amanti del calcio, di ieri e di oggi. “adios bipe de oro”.

se stessi a un matrimonio vestito di bianco e piombasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci.” (Maradona)

Andrea Sottile IV A CR

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