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Halloween e la Commemorazione dei defunti: due ricorrenze così vicine ma tanto lontane.

Halloween è una festa di origine celtica che si celebra il 31 ottobre in molti paesi. Attraverso questa festa anticamente si festeggiava il passaggio dall’estate all’inverno. Il simbolo di Halloween è sicuramente la zucca. La tradizione americana di tagliare la zucca risale al 1837. Su Halloween c’è una leggenda, quella di Jack o’ lantern. Essa narra di un uomo di nome Jack che una sera incontrò il diavolo in un pub. A causa del suo stato di ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio. Jack chiese allora al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un ultimo bicchiere. Jack mise poi rapidamente il diavolo in un borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché il diavolo non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo promise a Jack che non avrebbe preso la sua anima per i prossimi 10 anni; allora Jack lo lasciò andare. Dieci anni dopo, il diavolo si presentò e Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Invece di raccogliere una mela Jack, incise una croce sul tronco. Soltanto dopo una lunga discussione i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.

Durante la sua vita, Jack commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, felice di lasciarlo andare come un’anima tormentata. Il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una zucca intagliata che aveva con sé. Cominciò così a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo per riposarsi. Oggi Halloween è la festa preferita di quasi tutti i bambini americani e non solo.  Solitamente i bambini girano per le case recitando la conosciutissima frase “dolcetto o scherzetto?”. Se la persona a cui viene chiesto non dà loro niente, gli viene fatto un piccolo scherzetto, se invece dà loro un dolcetto i bambini lo ricompensano con un piccolo spettacolo.  I tipici costumi che mettono i bambini sono quello del fantasma, del vampiro, dello zombie e dell’uomo zucca. Ovviamente ad Halloween si preparano tanti dolci, quelli più famosi sono la crostata con la zucca (Pumpkin pie), le mele caramellate, dolcetti di riso soffiato a forma di pallini, tortine con cioccolato e zucca e infine biscotti di zucca. Halloween per me è una bella festa, anche se non la festeggio, penso che sia divertentissima, però non si deve andare oltre la normale tradizione come invece purtroppo molte persone fanno.

Anche noi, negli stessi giorni abbiamo una festa molto importante per noi cristiani, ricca di significato e di tradizione: la festa di Ognissanti e la “Commemoratio omnium fidelium defunctorum” ossia la Commemorazione dei defunti.

Il giorno dei Santi si festeggia il primo di novembre. In ogni paese c’è una tradizione diversa. Nella maggior parte dei paesi europei c’è la tradizione di accendere delle candele e visitare le tombe dei defunti. In Austria e Baviera è consuetudine che i padrini diano ai propri figliocci una pasta lievitata intrecciata. In Francia si posizionano delle ghirlande e dei fiori sulle tombe. In Portogallo è festa nazionale e si danno ai bambini dolci, caramelle e frutta. Il giorno dopo cioè il 2 novembre è il giorno della Commemorazione dei defunti. Per questo giorno è consuetudine andare al Cimitero, portare lumini e fiori e benedire le tombe. In Italia c’è l’usanza di mettere dei regali e dei dolci sotto i letti dei bambini per far loro credere che i defunti glieli abbiano portati come regalo. I dolci tipici che si mangiano sono le ”ossa dei morti”, cioè gli scardellini e la frutta martorana. La ricorrenza religiosa è preceduta da nove giorni di preghiera e preparazione, la cosiddetta novena dei morti. Per me questo giorno è molto importante perché è giusto ricordare i propri cari che non ci sono più e pregare di vederli un giorno in Paradiso. Penso che sia bello e interessante conoscere le altre tradizioni ma è altrettanto importante conservare e coltivare le nostre tradizioni, altrimenti diventiamo più poveri, come scrive Andrea Camilleri alla fine del suo racconto sul giorno dei morti:

Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine. Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e“stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire”.(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)

Marco BUGLISI II A Scuola Media “Martino”-Rodi’ Milici

I.C. CAPUANA

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