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Eroi contro la mafia

“Il miglior modo di far memoria è impegnarci 365 giorni all’anno

Don Luigi Ciotti

E’ ormai vicina la ricorrenza del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci in cui fu ucciso il giudice Giovanni Falcone, data riconosciuta come “Giornata della Legalità in ricordo di tutte le vittime degli attentati di Capaci e Via D’Amelio”. Da 28 anni, ormai, Palermo quel giorno accoglie studenti provenienti da ogni parte d’Italia e vede lunghi cortei e manifestazioni che ribadiscono il NO delle nuove generazioni alla cultura mafiosa. Ma, come afferma appunto don Luigi Ciotti, uno degli uomini che non hanno mai smesso di battersi contro le organizzazioni criminali che inquinano la nostra società, la “memoria” non si dovrebbe mai fermare alle sole ricorrenze – come quella del 23 maggio o quella del 21 marzo da lui stesso istituita grazie all’associazione “Libera” – bensì essere esercitata ogni giorno dell’anno se veramente vogliamo sperare che il cancro morale, sociale ed economico rappresentato dalla mafia possa essere estirpato in modo efficace.

La mafia, del resto, è un argomento di cui si è parlato e purtroppo si parla ancora molto. Sin dalle sue origini, nel 1900, si è presentata infatti come un problema molto grave, una “scomoda realtà” che però non tutti hanno il coraggio di affrontare. Ed è proprio su questo, invece, che le associazioni di criminalità organizzata esercitano il loro potere, ossia sulla paura e il timore che possono incutere sulle persone, anche attraverso minacce intimidatorie come quelle di mettere a rischio la vita di qualcuno o delle persone a lui care.

Fortunatamente esistono però anche uomini che credono nella legalità e nella giustizia e che, pur di rimanere fedeli ai propri ideali e ai propri valori, sono pronti a lottare, mettendo anche a repentaglio la propria esistenza. E sono nei decenni nate politiche antimafia, con lo scopo di prevenire e reprimere, attraverso azioni che prevedono sequestri e confische di beni e proprietà mafiosi, beni gestiti dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Sono inoltre state istituite numerose Associazioni con questo obiettivo, che hanno dato via a momenti di sensibilizzazione e manifestazioni mirate alla conoscenza più concreta sull’argomento e soprattutto al modo per fermarlo. Ma la strada è ancora lunga.

“Il problema contro le forme di corruzione, di legalità, di violenza, associazioni criminali e mafiose l’impegno, è un impegno che ci deve vedere tutti quanti uniti”. Ovviamente, la lotta contro la mafia è una battaglia mirata al bene di tutti ma gestita solo da alcuni, mentre tutti dovrebbero dare, seppur nei loro limiti, il proprio contributo per ottenere risultati concreti. Soprattutto deve essere un impegno costante, specialmente nel rispetto di chi, proprio per questo, ha anche perso la propria vita.

Eroi contro la mafia

Queste sono le parole di don Luigi Ciotti, dapprima presbitero ma anche un grande attivista, creatore di alcuni gruppi che appunto si occupano di contrastare gravi problemi della società odierna. Ciotti è infatti è stato anche il fondatore del gruppo chiamato “Gioventù”, nato nel 1965 con lo scopo di aiutare i dipendenti dalle droghe e i disadattati, con un centro di accoglienza aperto anni dopo e chiamato “Centro Droga”. Altro centro di ascolto per tossicodipendenti è poi quello del “Gruppo Abele”, che attualmente si occupa di affrontare il disagio sociale nel modo più ampio possibile.

Eroi contro la mafia

Tuttavia l’associazione per cui il nome di don Ciotti è più legato è l’Associazione “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, nata negli anni Novanta e finalizzata al contrasto della criminalità organizzata sotto vari aspetti: educativo, sociale ed economico. È infatti ormai da anni che don Luigi Ciotti si batte per la lotta contro la mafia, attraverso le numerose attività organizzate dall’associazione, dagli interventi di formazione ai corsi educativi, dalla promozione di momenti di confronto all’impegno quotidiano a favore della giustizia sociale. Tutto questo in rispetto e memoria delle vittime della mafia, i due principi fondamentali dell’associazione, proprio perché “la mafia – come dice Ciotti – è un problema che ci trasciniamo da secoli perché un problema di politica e sociale, un problema di lavoro, un problema di casa, un problema di scuola”. Secondo il sacerdote la “realtà mafia” è infatti un problema che non si può superare senza l’istruzione, che è fondamentale sia per la sensibilizzazione dei giovani, ai quali fin da piccoli insegna già cosa sia la mafia e perché è sbagliata, e al contempo che allontana dalle strade, dove potrebbero essere coinvolti in gruppi criminali e cominciare a farne parte. L’impegno di Don Ciotti e di tutta l’associazione ha già dato alcuni risultati concreti, come per la petizione con raccolta firme per chiedere l’utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, che ha raggiunto un grande numero di sottoscrittori.

Tutto il loro operato è lodevole e tutti dovrebbero prendere esempio, da loro ma anche da chi ha sacrificato sé stesso per questa causa. Primi fra tutti ovviamente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due magistrati siciliani, due grandi amici ma soprattutto due grandi uomini di legge che negli anni Ottanta hanno scoperto i segreti di Cosa Nostra e hanno deciso di agire e contrastarla, con tutti i rischi che questa scelta comportava. A favore delle azioni della giustizia congiunte, fondarono un “pool” contro la criminalità organizzata grazie al quale riuscirono a fare catturare centinaia di mafiosi. Tutto il loro lavoro fu enorme e importantissimo, fondamentale per andare contro la cultura di mafia e contro tutti i suoi uomini, che “stanno assassinando la speranza della gente”, che hanno assassinato anche loro ma non il loro operato e soprattutto non il loro ricordo, che “continua a camminare sulle gambe delle nuove generazioni”.

Eroi contro la mafia

Un altro grande uomo che ha perso la vita per la sua lotta contro la mafia è poi Padre Pino Puglisi, amichevolmente chiamato 3P, un prete nativo del quartiere palermitano di Brancaccio che, dapprima allontanatosi dal paese di nascita per seguire la propria vocazione, ritorna lì tempo dopo per sostenere la sua missione e fondare e gestire il “Centro Padre Nostro”, un centro realizzato interamente per la cura e il divertimento dei bambini ma soprattutto per la loro salvaguardia. L’operato di 3P è infatti differente da quello di molti altri perché per lui la cosa più importante era la difesa dei bambini e la libertà di non doverli tenere incatenati a ciò che la coltura mafiosa dettava. E per fare questo lui li teneva tutti con sé, donando loro il regalo più grande: tutto il suo amore, per vederli sempre col sorriso. Quello stesso sorriso che aveva ogni volta che pensava a cosa stava facendo, all’aiuto che stava dando a quei bambini, quando pensava a loro da grandi, salvi dalle catene della mafia, un giro nel quale entri ma dal quale non puoi uscire. Quel sorriso con cui è persino morto, che neanche una pistola contro, neanche la morte, avrebbero potuto spegnere.

E poi non dimentichiamo Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Beppe Alfano… Sono tantissimi gli “eroi”, uomini normali e anche donne, che hanno combattuto contro la mafia, a favore della legalità, “non solo quindi contro ma per costruire dei percorsi di positività”. Quegli stessi percorsi positivi ai quali siamo chiamati tutti.

E se non possiamo impegnarci per agire, facciamolo anche solo per ricordare. Perché questo cammino contro la criminalità è un traguardo che forse riusciremo a raggiungere grazie soprattutto a queste persone che hanno già fatto così tanto – tanto che forse un giorno non sentiremo più parlare di mafia come un fenomeno ancora presente – ma, come dice anche don Ciotti, “uno scatto di più dobbiamo farlo”.

Non tiriamoci indietro e impegniamoci per quanto possibile in questa missione per la legalità.

Rita Chiara Scarpaci

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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