Nessuna lezione a distanza potrà sostituire la scuola
Eccomi qua a scrivere, dalla mia cameretta, come sto vivendo la quarantena da studente. Non esco dal 4 di marzo… Incredibile quanto tempo sia passato! Quel giorno fu festa per noi ragazzini, quando era arrivata la notizia della chiusura delle scuole. Nella nostra incoscienza di ragazzini eravamo felicissimi: avremmo così saltano l’interrogazione di storia, che a me e ai miei compagni “scocciava” moltissimo; avremmo saltato la verifica di scienze che ci rendeva ansiosi; avremmo saltato persino l’interrogazione di musica…
Insomma, ci sentivamo tutti come la classe più felice al mondo. Eppure, tra tutta quella gioia, percepivamo anche un po’ di tristezza che, mentre alcuni cercavano di nascondere, per altri era talmente forte che le lacrime non riuscivano a reggere e scendevano lungo il viso. Sì, eravamo tristi… Tristi perché sapevamo che non ci saremmo rivisti per lungo tempo, tristi perché sapevamo che i nostri incontri non sarebbero stati più giornalieri, tristi… tristi…. Mi ricordo, che uscita da scuola abbracciai la mia compagnia, che stava piangendo, e le sussurrai all’orecchio “Tranquilla, ci rivedremmo molto presto”. Purtroppo però non è stato così… No, per niente. Il tempo passava, passavano giorni, settimane, e ahimè anche mesi. Ebbene sì… Mi manca la scuola.
Facciamo la didattica a distanza e devo dire che mi trovo abbastanza bene, anche se a volte c’è qualche problemino di rete. Nelle mie giornate, inoltre, dopo aver finito di studiare trovo anche un po’ di tempo per chiacchierare telefonicamente con i miei amici, che non vedo da tanto tempo.
Spero però che presto si possa tornare alla normalità, rivedere tutta la mia classe con la massima libertà, riabbracciandoci più forte di prima, senza alcun pericolo, e poter ricominciare a organizzare “pizzate” come facevamo spesso il sabato sera. Spero inoltre che non ci siano più vittime e che si possa ritornare in breve ad avere e fare tutto quello che prima si dava per scontato, come una semplice passeggiata in un parco all’aperto o in riva al mare.
Speriamo che questa esperienza resti solo una lunga parentesi nella nostra quotidianità.
Samanta De Gaetano
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.