Sicilia e smart working: prima regione in Italia
Da fanalino di coda a prima regione in Italia per numero dipendenti collocati in regime di lavoro agile.
La Sicilia, a poche settimane dal lockdown e dalle prime rilevazioni del Ministero della Pubblica Amministrazione nell’ambito del monitoraggio sullo smart working, ha scalato la classifica. In vetta con 7800 unità ovvero il 60% del personale complessivo, in particolare gli amministrativi e i dirigenti, che svolge il lavoro telematico sia in remoto sia in smart working, metodologia però non applicabile ad altre categorie di dipendenti come custodi o forestali.
4091 dipendenti regionali sono collegati in remoto virtualmente, come se fossero nella loro postazione di lavoro, gli altri invece lavorano con strumenti normali, connessi coi loro pc.
La Sicilia ha pertanto risposto tempestivamente ed efficacemente all’ emergenza mettendo in campo lo smart working negli uffici, varando tre specifiche direttive per garantire la sicurezza del personale, contenere il contagio e riorganizzare il lavoro da casa, vigilando sui Dipartimenti e prevedendo specifica valutazione dei comportamenti di dirigenti e lavoratori.
Tra i punti del programma che l’assessore alla Funzione pubblica Bernadette Grasso aveva già messo a punto lo scorso dicembre lo smart working sarà caposaldo nella Fase 2 per evitare eccessivi spostamenti e assembramenti. Lo smart working ha, inoltre, rappresentato un risparmio per le casse della regione dato che non prevede lo straordinario, premia la buona volontà di tutta la macchina burocratica spronando a mettere in programma nuovi investimenti sulla modernizzazione per via digitale della Pubblica amministrazione.