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Le origini della “Festa del Lavoro del 1° maggio”

La celebrazione del 1° maggio come “Festa del Lavoro” nasce come momento di lotta internazionale, senza barriere e confini, da parte di tutti i lavoratori mondiali, per affermare i propri diritti e migliorare le loro condizioni di vita. “Otto ore di lavoro, otto per dormire e otto di svago”: fu questa la parola d’ordine che spianò strada ai rivoluzionasti del tempo. Si pensava alla data, e fu scelto il Primo maggio, giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per una lotta pacifica per affermare la loro autonomia ed indipendenza. Dal “Congresso internazionale dell’Associazione dei Lavoratori”, riunito nel settembre del 1866, venne proposta l’idea di mettere un limite alle ore lavorative, otto per la precisione.

I primi a muoversi furono gli statunitensi dell’Illinois, che introdussero una legge in cui veniva discusso il tempo della giornata lavorativa. L’entrata in vigore della legge fu proprio il 1° maggio dello stesso anno. La decisione, in Europa, venne presa qualche anno dopo, nel 1889, quando nel congresso internazionale di Parigi venne proclamato il Primo maggio come giorno in cui i lavoratori avrebbero avuto l’occasione di chiedere ai datori di lavoro di ridurre la giornata lavorativa. La vera e propria tradizione del giorno dei lavoratori cominciò però nel 1891, quando venne proclamato ufficialmente come giorno festivo.

Progressivamente i lavoratori tendono ad improvvisare sempre di meno ed avere maggiore consapevolezza così, negli anni a seguire, soprattutto durante la prima guerra mondiale, gli abitanti del pianeta iniziano a discutere perché forse qualcosa non era ancora chiara. “Ma il primo maggio é un giorno di festa, svago, o di mobilitazione e lotta?” ci si chiede. Qualcuno ha deciso di conciliare gli opposti definendola una “festa ribelle”, anche se in realtà é sia una che l’altra messe assieme. In Italia, nel ventennio fascista, il primo maggio viene proibito da Mussolini, che sposta la “Festa del lavoro” al 21 aprile.

All’indomani della liberazione partigiani e lavoratori, soprattutto i più giovani, si ritrovano nelle piazze di Italia in un clima di entusiasmo. Appena due anni dopo, però, questo giorno é segnato dalla strage di Portella della Ginestra, in cui Salvatore Giuliano, capo della banda chiamata proprio “Giuliano”, levarono la vita ad oltre undici lavoratori procurando danni ad altrettanti. Si dice che questa strage fosse dovuta a questioni politiche, dato che Giuliano voleva l’indipendenza dell’isola e non tollerava chi si metteva contro il suo pensiero politico. Bisognerà attendere tuttavia gli anni ’70 per vedere di nuovo in festa i lavoratori.

Oggi il primo maggio è caratterizzato da scampagnate, “mangiate” in gruppo, con parenti, amici… Insomma, si festeggia questo giorno libero, internazionale, per stare in compagnia. E anche se quest’anno purtroppo, data l’emergenza Covid-19, non si avrà l’opportunità di festeggiare in tutti insieme questo giorno, quando tutto tornerà alla normalità anche il primo maggio sarà un momento di riflessione e di festa come prima.

Salvatore Caravello

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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