Addio a Luis Sepúlveda, scrittore di fama mondiale ucciso dal Covid-19
È volato in cielo, il 16 aprile 2020, lo scrittore Luis Sepúlveda, autore di libri di poesie, romanzi e racconti. Il suo decesso, causato da coronavirus, è stato molto straziante come notizia e ha addolorato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Luis nasce nel 1949 ad Ovalle, in Cile, e le difficoltà per lui iniziarono già dalla nascita, dato che nacque in un hotel mentre i suoi genitori sfuggivano da una denuncia, per motivi politici, fatta dal nonno materno. Crebbe a Valparaiso, una cittadina costiera, insieme al nonno paterno e con uno zio, e proprio loro instillarono in lui l’amore per i romanzi d’avventura. A 17 anni iniziò a lavorare per un giornale quotidiano e nel ’69 vinse il premio “Casa de las Americas” per il suo primo libro di racconti e una borsa di studio per l’università di Mosca. Tornò qualche anno dopo in Cile, ma lo lasciò per per cause politiche andare in Bolivia, dove militò nell’esercito. A seguito del colpo di stato dell’11 settembre 1973 contro il governo di Salvator Allende, trovandosi nuovamente in Cile venne imprigionato perchè di idee contrarie ai golpisti e rinchiuso in una cella dove il movimento era impossibile, date le dimensioni. Nel 1977 lasciò il sud America e si trasferì nel vecchio continente. Si stabilì in particolare ad Amburgo, data la sua ammirazione verso la letteratura tedesca, specie per i romanzi. Nel 1982 venne a contatto con l’associazione “Greanpeace”, con la quale lavorò fino al 1987, e proprio in quegli anni scrisse i primi libri. La sua opera più famosa è sicuramente “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.
Il racconto parla di una gabbianella che perde lo stormo durante il ritorno dalla migrazione. Essa deve deporre l’uovo e con difficoltà costruisce un nido nella città di Amburgo, dove affida l’uovo al gatto Zorba. Il compito del felino è di insegnare a volare all’essere che nascerà. Ma purtroppo la neonata non vuole accettare il suo destino, non vuole essere un volatile, ma un gatto. Dopo varie avventure, la gabbianella riesce a far crescere il desiderio di volare dentro se stessa, cosa che si avvererà imparando a volare come una vera e propria gabbiana.
Luis Sepulveda, ultimamente residente in Spagna, aveva scoperto di essere infetto da Covid-19 nel febbraio di questo anno, dopo che nei giorni precedenti era stato in Portogallo per una manifestazione. E’ stato ricoverato a fine mese in ospedale a Oviedo e sembrava avere sconfitto il virus che sta mettendo in ginocchio il mondo. Invece muore il 16 aprile.
Purtroppo anche i migliori vanno via, e Sepúlveda è stato uno dei migliori scrittori dagli anni ’90 a questa parte, cultore della libertà e sostenitore di valori come l’uguaglianza e il rispetto per il prossimo e l’ambiente. Avendo letto alcuni dei suoi libri, questa notizia mi ha molto addolorato. Un grazie poi gli spetta di merito per aver trasmesso attraverso dei libri e delle semplici storie poetiche emozioni e lezioni di vita. Uomini come lui non vanno mai dimenticati e certamente nessuno che abbia letto i suoi scritti smetterà di spiegare le ali e volare libero… anche solo con la fantasia.
Salvatore Caravello
Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.