martedì, Novembre 5, 2024
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Immaginare la vita riprendere il suo corso…

All’inizio di questa brutta storia, di questa epidemia imprevista e pericolosa chiamata Covid-19, devo dire che tutto mi sembrava irreale. Quando hanno chiuso le scuole, ad esempio, non avevo capito ancora la gravità della situazione e quasi mi sembrava una vacanza. Poi però, col passare dei giorni, le cose sono cambiate…

Adesso capisco bene che questa non è una “vacanza” e la cosa che desidero di più è (chi l’avrebbe mai detto)… ritornare alla normalità: la scuola, i professori, i parenti che non vedo più, gli abbracci, i baci… Ed eccomi, qui, a casa, a difendermi da un nemico, invisibile e sconosciuto, quel virus che sembrava così lontano, ma non lo era così tanto e tutti ad un certo punto abbiamo iniziato ad averne paura!

Immaginare la vita riprendere il suo corso…

Adesso il mondo lo guardo da uno schermo e quasi non lo riconosco: strade e piazze deserte, scuole chiuse… ovunque si vede una sola scritta: “CHIUSO”. Quanta tristezza! I primi giorni era emozionante vedere le bandiere che sventolavano dai balconi, la musica, le canzoni improvvisate e balconi con degli arcobaleni con su scritto “CE LA FAREMO!”. Ma poi le immagini dei camion militari con centinaia di bare che portano via affetti, padri, madri, nonni, cugini, figli, amici, zii, conoscenti, con chissà quanta mancanza d’affetto nel cuore, hanno preso il sopravvento e tolto la voglia di cantare per farci coraggio. E poi ancora il Papa, quel nonno buono, vestito di bianco, solo, in una piazza vuota, silenziosa, che porta su di sé tutto il dolore del mondo e che ci dà speranza e ci grida “INSIEME!!” Sì, insieme ce la faremo!

Immaginare la vita riprendere il suo corso…

E io guardo fuori dalla finestra… e vedo le strade vuote ma già le immagino piene di vita, di gente che corre, che canta, che vive felice e che si abbraccia. Poi vedo i medici, gli infermieri, i poliziotti e tutte le persone coraggiose che hanno rischiato per il bene comune, uomini e donne di tutti i continenti che ballano, cantano tutti intorno ad un grande arcobaleno, gridando a squarciagola “CE L’ABBIAMO FATTA!”. L’incubo allora sarà finito.

Marisol Bambaci

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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