venerdì, Novembre 22, 2024
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Il Diritto allo studio

In questi giorni di lockdown, in cui siamo costretti a stare a casa per il bene di tutti, noi ragazzi non abbiamo smesso di fare scuola anche se questo avviene in una modalità diversa.

Durante le ore di Cittadinanza, abbiamo parlato dello studio, proprio per approfondire quest’argomento e capirne l’importanza in questo momento storico che stiamo vivendo. La nostra insegnante ci ha spiegato che lo studio è un diritto di ogni ragazzo e ci ha fatto leggere e commentare gli articoli che si occupano di questo tema. L’articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma che “ogni individuo ha diritto all’istruzione. Questa deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali”.

Lo stesso concetto viene ribadito nell’articolo 34 della Costituzione italiana che recita che l’istruzione è aperta a tutti ed è obbligatoria. Lo studio è dunque un diritto ma anche un dovere; ciò significa che agli alunni deve essere garantita l’istruzione gratuita almeno per i primi 8 anni di scuola ma, allo stesso tempo, gli studenti devono studiare per costruire il proprio futuro e per dare il proprio contributo alla società.

C’è un altro articolo che fa un’importante precisazione. Infatti l’articolo 33 della Costituzione italiana afferma che: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi”.

Ciò significa che in Italia, a differenza di alcuni Paesi in cui non c’è libertà, ogni insegnante, attenendosi ai propri programmi scolastici, è libero di insegnare i contenuti che ritiene più adatti ai propri alunni con le strategie che pensa siano più idonee. Purtroppo non in tutti i Paesi del mondo il diritto allo studio è rispettato. Un Paese in cui l’insegnamento non è libero né accessibile a tutti è il Pakistan in cui ha vissuto Malala Yousafzai nata il 12 luglio del 1997.

Il Diritto allo studio

Questa ragazza pachistana ha vinto il Premio Nobel per la pace nel 2014 per aver difeso il diritto allo studio delle bambine del suo Paese.

Per questo suo impegno è stata coinvolta in un attentato e gravemente colpita alla testa da uomini armati saliti a bordo del pullman scolastico sul quale lei tornava a casa. Malala è sopravvissuta all’attentato dopo la rimozione chirurgica dei proiettili, avvenuta in un ospedale del Regno Unito. Il portavoce dei talebani ha rivendicato la responsabilità dell’attentato, sostenendo che la ragazza “è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”. Ma Malala non si è arresa ed è diventata un simbolo della lotta affinché l’istruzione possa essere un diritto garantito a tutti perché come lei stessa ha affermato “una penna, un bambino, un insegnante e un libro possono cambiare il mondo”.

Il Diritto allo studio

In questo momento non è facile andare avanti con lo studio visto che siamo costretti a stare in casa, abbiamo paura di essere contagiati da questa malattia, che ancora non si sa come curare, e non possiamo frequentare la scuola. Alcuni insegnanti hanno formato le classi virtuali che ci permettono lo studio a distanza attraverso video lezioni o assegnando compiti o esercitazioni. Questo metodo mi piace perché ho la possibilità di continuare a studiare e quindi esercitare il mio diritto, ma non mi fa sentire parte di una classe perché stare insieme ai compagni è molto più divertente e perché non posso parlare con loro ma solo con gli insegnanti.

Penso, nonostante tutto, di essere fortunata perché ho la possibilità di connettermi alla classe virtuale ma il mio pensiero, in questo triste momento, va a tutti quei ragazzi che non possono farlo. Spero che si trovino delle soluzioni affinché nessun ragazzo debba rinunciare a questo fondamentale diritto.

Giulia ALFANO

II A Scuola Media “Verga”

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