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BARCELLONA POZZO DI GOTTO E I SUOI TEATRI

Barcellona: Ero molto indecisa sull’argomento da trattare su cui incentrare quest’articolo ma poi, sfogliando dei vecchi libri che appartenevano a mio nonno, che mi guarda da lassù, ho deciso di scrivere del teatro e della vivacità culturale che animava la città di Barcellona Pozzo di Gotto.

BARCELLONA POZZO DI GOTTO E I SUOI TEATRI

Tutto ha inizio da un ricordo vago e lontano che mi raccontava sempre tuo nonno Franco, dice mamma: “A Barcellona c’erano due teatri più importanti: il Teatro Placido Mandanici, che sorgeva in una zona diversa da quella dell’attuale teatro, ed un altro molto più piccolo che si trovava lungo la via Garibaldi: il teatro Verdi. In città, in verità, esisteva anche un Teatro di Pupi, nella via Scinà e non mancavano luoghi dove spesso si tenevano concerti o si rappresentano commedie, come nella chiesa dei Basiliani o nel piccolo teatro dei Salesiani. La città di Barcellona Pozzo di Gotto era molto bella all’epoca ed i giovani barcellonesi amavano molto andare a teatro, anche perché questo luogo rappresentava uno dei pochi modi per distrarsi e divertirsi, in un periodo in cui non era facile farlo”.

Dai racconti della mamma e sfogliando questi libri, colmi di fotografie dell’epoca, ho immaginato di catapultarmi nel passato e di tornare a quei tempi, quando tutto ebbe inizio, quando Barcellona era nel picco del suo splendore.

BARCELLONA POZZO DI GOTTO E I SUOI TEATRI

Il teatro “Mandanici” fu edificato nel 1844, in una zona attigua al Monte di Pietà e intitolato, in origine, con il nome di “Teatro comunale”. Venne inaugurato tre anni dopo, con il concerto della famosissima compagnia Tessari.

Durante la dominazione borbonica esso rappresentò per I cittadini barcellonesi un’importante luogo di svago, ma nel contempo anche il luogo dove esprimere il proprio pensiero politico, tanto che si narra che l’8 aprile del 1860, giorno di Pasqua, durante la rappresentazione della “Traviata” il pubblico sventolasse bandierine tricolore al grido di “Viva l’Italia, Viva la Libertà”.

Solo nel 1862 il Teatro fu intitolato al musicista barcellonese Placido Mandanici e ben presto diventò il secondo teatro più importante della provincia di Messina, dopo il Teatro “Vittorio Emanuele”. Purtroppo questo capolavoro fu distrutto nel terremoto del 1908 e successivamente ricostruito nel periodo fascista sulla vecchia pianta e reinaugurato nel 1933. Esso ancora oggi viene ricordato come “il fiore all’occhiello della città” e ai tempi comprendeva un grande palcoscenico e diverse file di palchi. Il soffitto era affrescato da notevoli stucchi e dorature ed al centro pendeva un bellissimo lampadario, che a quanto si diceva, aveva anche un grandissimo valore. Colpiva in particolare per la sua bellezza l’orologio.

BARCELLONA POZZO DI GOTTO E I SUOI TEATRI

Mio nonno diceva sempre che era una “piccola bomboniera”. Ma, come spesso accade, anche i monumenti artistici di un certo valore subiscono danni irreparabili.

E questa fu la sorte del Teatro “Placido Mandanici”, distrutto da un terribile incendio quando l’orologio segnava le 22:45 del 31 maggio 1967.

Nelle testimonianze dell’epoca si legge che qualche minuto prima della catastrofe nella piazzetta antistante tutto si preparava a racchiudersi nella quiete notturna, tutto sembrava normale come ogni altra sera, quando all’improvviso un denso fumo cominciò ad uscire dall’edificio e a nulla servì l’intervento dei pompieri di Milazzo e di Messina. Tutto era irrimediabilmente distrutto ed il vecchio teatro “Mandanici” non esisteva più.

Si dovettero attendere ben quarantasette anni per l’inaugurazione del nuovo “Teatro Mandanici”, che sorge adesso all’interno della Villa “Primo Levi”, presentandosi con una pianta ed un interno completamente differenti da quello precedente, pronto ad accogliere nuovamente stagioni artistiche sempre più floride.

La storia del nostro Teatro “Mandanici” è certamente molto travagliata, durata quasi un secolo e mezzo con ben tre inaugurazioni, ma dopo le sue trasformazioni e ricostruzioni – anche se l’ultima è durata un po’ troppo – la sua rinascita è al tempo stesso simbolo della rinascita di una città e dei suoi cittadini, che oggi possono usufruire anche di altri luoghi, come il Teatro “Vittorio Currò” o il Teatro “Ettore Petrolini”, in cui tornare a vivere un clima culturalmente vivace grazie a spettacoli per tutti i gusti.

Perché non dimentichiamolo: il teatro è vita, il teatro è cultura.

Greta Coppolino

Classe II, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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