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“I misi’i ll’annu” ovvero “i mesi dell’anno”

“I misi’i ll’annu” la storica rappresentazione carnevalesca, dopo anni di assenza si è svolta a Rodì Milici.

Infatti risale al 2014 l’ultima rappresentazione dell’originale carnevale rodiese che ora è ritornato grazie all’impegno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Eugenio Aliberti.  La direzione artistica dell’evento è stata affidata a Giuseppe Maio.

"I misi’i ll’annu" ovvero "i mesi dell'anno"

Domenica 23 febbraio lo storico corteo ha attraversato le vie del paese: infatti a partire dalle ore 15, si è mosso da viale Europa ed è giunto in piazza San Bartolomeo dove vi è stata la prima rappresentazione e poi, attraverso via Germanò si è spostato in piazza Martino, dove si è tenuto l’ultimo spettacolo. Ad allietare il carnevale rodiese ha contribuito anche il gruppo folcloristico “La Madonnina” di Messina che si è esibito in coinvolgenti tarantelle siciliane.

“I misi ‘i ll’annu” fa parte dei carnevali strutturati ed è una rappresentazione in un unico atto in cui quindici personaggi recitano un testo attribuito al poeta rodiese Giuseppe Trifilo’. Questo carnevale si inserisce nel registro regionale dei carnevali storici di Sicilia perché è unico nel suo genere.

"I misi’i ll’annu" ovvero "i mesi dell'anno"

I personaggi recitano cavalcando degli asini. Per la rappresentazione de “I misi’ i ll’annu”, infatti, sono stati utilizzati degli asini e dei muli, quattordici in tutto. Dodici sono stati cavalcati dai mesi dell’anno e due dal poeta e dal re; solo il forestiero, che rappresenta l’autore, ha recitato la sua parte stando in piedi. Gli asini sono stati addobbati con stoffe colorate e fiori e i gli attori che impersonavano i mesi hanno indossato vestiti colorati ed elementi tipici dei vari mesi e infine un mantello che riportava il nome del mese.   La recita racconta di un re che, dopo aver pranzato, decide di fare una gita a cavallo per le vie della città; passa davanti alla casa dei mesi dell’anno che vedendolo si chiedono chi fosse costui e incominciano a discutere perché ciascuno di essi vuole diventare re in quanto pensano di essere loro a sostenere l’intero mondo. I mesi dunque cavalcando i loro asini, inseguono il re e lo circondano, pretendendo ciascuno la corona. A questo punto interviene il poeta che, avendo ascoltato attentamente le ragioni di ogni mese, fa da paciere ricordando che è “Cannaluari” e quindi invita tutti al ballo e a mangiare i piatti tipici del carnevale: lardo, salsiccia e maccheroni. Per ultimo entra nella rappresentazione il Forestiero che dopo aver lodato il re, inneggia anche lui al Carnevale.

"I misi’i ll’annu" ovvero "i mesi dell'anno"

 Questo corteo di antica tradizione e tutta la rappresentazione fanno parte delle radici storico-culturali più profonde di Rodì Milici che basava la sua economia sull’ agricoltura. Anche la stessa disposizione circolare dei mesi è simbolica in quanto rappresenta il ciclo della vita e il ritmo della natura, che rinasce rigogliosa dopo la pausa invernale.

Un aspetto particolare poi riguarda i personaggi che interpretano i mesi: solamente il mese di Aprile è interpretato da una donna, perché rappresenta la Primavera.

L’evento, patrocinato dall’ Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione, ha riscosso grande successo ed ha richiamato numerose persone intervenute per assistere all’interessante rappresentazione, che ci auguriamo possa ritornare ad essere un appuntamento fisso per il nostro paese.

Marco BUGLISI

Widad ARBAOUI

I A Scuola Media “Martino”

I. C. Capuana

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