OMS vigila sulla salute degli abitanti del pianeta
OMS, da qualche settimana, purtroppo, sentiamo spesso nominare, da parte della stampa e dei mass-media questa strana sigla: OMS. Ma a cosa si riferisce precisamente? Con questo acronimo viene indicata in particolare, in una delle sue due forme OMS/WHO, quell’agenzia speciali dell’ONU che è nata ufficialmente in vigore nella Costituzione di quest’ultima il 7 aprile 1948, data che si celebra oggi come la “Giornata della salute”: l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Essa si occupa della salute, dei vari vaccini, dell’educazione sanitaria e della prevenzione di varie malattie, ma il suo scopo principale è quello di garantire il raggiungimento più alto di salute nella popolazione, a livello fisico, mentale e sociale. Ha sede a Ginevra e al momento ne fanno parte 194 paesi. Oltre agli uffici regionali, presenti in Europa, Americhe, Africa, Mediterraneo Orientale, Sud Est Asiatico e Pacifico Occidentale – che garantiscono assistenza tecnica – l’Organizzazione è formata dall’”Assemblea mondiale della sanità”, che stabilisce le politiche e il bilancio dell’OMS e discute su questioni che richiedono azioni e indagini approfondite; il “Consiglio esecutivo”, formato da 34 esperti di questioni sanitarie e di competente dell’esecuzione delle politiche; il “Segretariato”, presieduto dal direttore generale nominato dall’Assemblea. Annualmente gli stati membri vengono convocati dall’assemblea mondiale della sanità (WHA) per approvare il programma dell’organizzazione e del bilancio preventivo per il biennio successivo, e per decisioni riguardanti le principali questioni politiche.
Oggi il mondo è in una situazione di allarme dal punto di vista sanitario, ma per l’OMS non è una sorpresa. Recentemente, infatti, l’agenzia mondiale aveva stilato una lista tra le più gravi minacce future, e tra queste era chiaro che il pianeta avrebbe dovuto affrontare una pandemia di influenza, tanto che le autorità sanitarie monitoravano costantemente la circolazione dei virus influenzali, tenendo sotto controllo quelli più pericolosi. Come abbiamo imparato già in passato, la reazione e la prontezza di fronte all’ipotesi di una pandemia è essenziale per contenere i danni. Ed infatti, a distanza di qualche mese, un virus sta scatenando paura nel mondo, il Covid-19, che fa parte della famiglia dei coronavirus, non sconosciuta ai medici che ne classificano 7 tipi. Tuttavia quello che sta contagiando la popolazione mondiale in questi primi mesi del 2020 è del tutto estraneo ai precedenti ed ha una rapidità di contagio senza eguali, fortunatamente con un tasso di mortalità inferiore a coronavirus come SARS e H1N1.
Per far fronte a questa epidemia, però, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha con tempestività redatto delle Linee Guida per contenere la diffusione del virus, inoltrate a tutti gli Stati. Si tratta di un decalogo di consigli – spesso banali – che ognuno di noi può mettere in atto: lavarsi più volte le mani nell’arco della giornata con acqua e sapone o soluzioni alcoliche; non toccarsi naso, occhi e bocca con le mani; per starnutire, o tossire, senza avere a disposizione un fazzoletto, utilizziamo la piega del gomito; puliamo le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcool; evitiamo di mangiare carne cruda o poco cotta; evitare le bevande non imbottigliate; evitiamo di prendere farmaci antivirali o antibiotici senza la prescrizione del medico; usiamo la mascherina solo se sospettiamo di essere malati o se assistiamo persone malate; in caso di dubbi non bisogna recarsi al Pronto Soccorso, ma chiamare il medico di famiglia e seguire le sue indicazioni; mantenere una distanza di quasi due metri dalle persone con sintomi perché, non avendo ancora a disposizione un vaccino ad hoc, l’unica arma che abbiamo è la prevenzione.
Purtroppo, anche se sembra che sinora il tasso di mortalità sia basso, gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono i soggetti più a rischio, ed è per questo che i governi hanno adottato delle misure speciali per contenere questa emergenza, come per esempio la quarantena di interi comuni e la chiusura delle scuole e dei luoghi di affollamento come teatri e sale convegni.
La soluzione non sarà immediata ma il senso di responsabilità di ognuno è sicuramente l’unico modo per ridurre il contagio e far restare queste settimane solo un brutto ricordo.
Giada De Pasquale
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.