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L’OTTO MARZO, HA ANCORA SENSO OGGI?

L’otto marzo si celebra la “Giornata internazionale della donna”, un momento che non vuole essere una “festa” bensì un giorno dedicato al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali, economiche del genere femminile. La storia della festa “Giornata della donna” risale infatti ai primi del Novecento e in realtà l’origine di questa ricorrenza ha radici politiche. Non deriva cioè, come si è creduto per molto tempo, dal rogo di una fabbrica nel 1908 in cui sarebbero morte centinaia di operaie, ma dalle battaglie delle “suffragette” in America, nome con il quale si indicarono le appartenenti al movimento di emancipazione femminile nato per ottenere di voto per le donne. A inizio Novecento in particolare, molte associazioni socialiste iniziarono a riservare una giornata dedicata al diritto del voto femminile denominata “Woman’s Day”, un’iniziativa che pian piano si diffuse anche nei paesi europei. In Russia, ad esempio arrivò il 3 marzo del 1909, ma le celebrazioni furono interrotte a causa della Grande Guerra. Questo non fermò le donne, che marciarono a San Pietroburgo l’8 marzo del 1917, chiedendo la fine del conflitto. Questa data, perciò, ancora oggi segnala al mondo la “Festa della donna” e ci ricorda che è giusto combattere per i propri diritti.

L’OTTO MARZO, HA ANCORA SENSO OGGI?

Per secoli infatti le donne sono state in silenzio, voci anonime, senza nome, piene di idee, di intelligenza, di pensieri, ma impossibilitate a parlare, prive degli strumenti per esprimersi. Oggi molte cose sono cambiate, anche se purtroppo, secoli di pesi, di discriminazione, non si cancellano con un colpo di spugna. Lo vediamo tutti giorni, nei media, soprattutto quelli italiani, ricordando che da noi le donne hanno ottenuto il diritto di voto solo nel 1946: il sessismo è talmente radicato che spesso le donne  vengono insultate in quanto tali, semplicemente per il fatto che esistono.

L’OTTO MARZO, HA ANCORA SENSO OGGI?

Gli argomenti e gli esempi sono talmente tanti che si potrebbe riempire un’enciclopedia, ma facciamo giusto un breve riferimento: “Sei troppo bella o troppo brutta”; “Non puoi essere bella e intelligente contemporaneamente”, “Sei vuoi lavorare sei un’egoista, non ami la famiglia, se vuoi una famiglia non puoi lavorare, perché chi vuole una mamma a lavoro?”, “Se ti vesti in modo appariscente sei provocante, se fai il contrario o se hai uno stile personale sei sciatta, strana, sbagliata, se ti piacciono i vestiti e i trucchi, sei una femminuccia “frivola”, se invece ti interessi allo sport sei un maschiaccio perché non sei più femminile”… E d’altronde, come insegna Hollywood, “a chi interessa un film con protagoniste donne, che parlano di cose da donne?”.

La “Giornata della donna” serve quindi soprattutto per ricordarci che anche se nel mondo occidentale la parità esiste per legge, a parole e molto spesso non viene rispettata, mentre esistono paesi in cui le donne non hanno alcun diritto.

Solo in quest’ottica allora ha senso oggi una “Festa della donna”: non per ricordarsi del genere femminile solo un giorno all’anno, ma per ricordare a tutti che la parità è ancora lontana. Solo combattendo il sessismo ogni giorno, a piccoli passi, possiamo infatti dare vita pian piano a una vera rivoluzione.

Sofia Bucolo

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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