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NON MANDATE IN FUMO I VOSTRI SOGNI

Il fumo spesso provato per la prima volta come simbolo di trasgressione, il vizio del fumo spesso diventa una vera e propria dipendenza, e non è di certo una novità. Problema di cui si è molto parlato, ma che è comunque attuale e che è addirittura divenuto un dibattito tra coloro a favore del fumo e coloro che invece riconoscono i suoi pericoli. Ormai, però, è sempre più comune vedere anche i più giovani con in mano una sigaretta, in strada, ma spesso anche nei bagni scolastici.

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Molti lo fanno solo per popolarità, per rendersi più forti e grandi agli occhi degli altri, ma alcuni diventano persino fumatori accaniti. I dati parlano chiaro: il 20,9% per i maschi e il 16% per le femmine dei giovani tra i 15 e i 24 anni sono fumatori, e l’84% ha iniziato tra i 15 e i 17. Tra i 18 e i 24, le sigarette fumate giornalmente superano persino le 10, ma tra gli 11 e i 15 anni una buona parte ha firmato almeno una volta e continua a fumare almeno una sigaretta la settimana. Dati che si potrebbero definire spaventosi ed esagerati, considerata l’età. Il fumo è di per sé un abitudine pessima, ma se assunto in età precoce può comportare conseguenze più gravi. Peggioramento delle capacità respiratorie, rallentamento dello sviluppo, malattie all’apparato cardiovascolare, tumori sono solo alcuni dei problemi che si possono riscontrare causa il fumo. Altri disagi che il fumo può causare sono inoltre il peggioramento della salute orale, dovuto al catrame che provoca l’ingiallimento dei denti, e anche problemi legati alla fame, in quanto fumare dà un senso di sazietà che comporta anche ad importare meno di 150 calorie giornaliere.

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Tuttavia vi sono anche altre fonti da considerare: le voci dei fumatori, che spesso non riconoscono o non vogliono riconoscere il rischio che corrono. Molti infatti si attaccano a frasi come “tanto la vita è mia, la conseguenza ricade solo su di me”, esprimendosi contrari alle continue proposte di smettere di coloro che sono contro al fumo. Oppure “tanto posso smettere quando voglio”, cosa che invece si rivela per la maggior parte della gente molto complicata. Anche il fatto che l’azione ricada solo sull’individuo è errata, in quanto tutti noi, fumatori o non, possiamo ritenerci “fumatori passivi”, in quanto – anche se inconsapevolmente e senza volerlo -possiamo inalare nell’aria queste sostanze emanate da qualche sigaretta. Non è del tutto falso che il fumo non abbia dei pro, infatti ricerche affermano che inizialmente questo, un po’ come le droghe, riesca a provocare una sensazione di benessere e un miglioramento dell’umore, che però sono solo momentanei e durano per pochissimo tempo, per poi lasciare una sensazione opposta e provocare una dipendenza. Potremmo allora confermare che anche una sigaretta al giorno può danneggiare, a lungo termine la salute, nonostante molti provino ad affermare il contrario.

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Di certo però, per coloro che hanno il vizio di fumare, smettere sarebbe un ottima scelta. È infatti un dato di fatto che questo migliori le condizioni sanitarie e riduca il rischio di malattie respiratorie e tumori dell’80%. Certo, se preso non come un abitudine, e fatto solo qualche volta, anche qualche sigaretta ogni tanto non graverà sull’individuo. Come ogni cosa infatti il pericolo si corre quando si esagera, ma è sempre meglio non fare il passo più lungo della gamba, non fumare da giovani e, se proprio non si resiste, più tardi è meglio è. Anche per un aspetto economico. Perché infatti non spendere i soldi per le sigarette per qualcosa di più divertente e meno dannifico? Fumare non rende più grandi, non elimina i problemi, e riconoscere la gravità di ciò che si fa, specialmente ad una certa età, dimostra maturità. Non è grazie al coraggio e alle sigarette che ci si afferma nel mondo degli adulti e si creano nuove relazioni: questo si può fare benissimo anche con più determinazione e impegno, avendo la forza di dire “NO” al fumo senza mettere in pericolo sé stessi e il proprio futuro.

Rita Chiara Scarpaci

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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