Per Liliana Segre dottorato “Honoris Causa”: “Lo dedico a mio padre”
A Liliana Segre senatrice a vita e testimone della Shoah dottorato di ricerca Honoris Causa in Storia dell’Europa dall’università di Roma La Sapienza. La storia sulla pelle, così ha intitolato la sua Lectio Magistralis la senatrice a vita il 18 febbraio scorso.
Sulla pelle come il numero che a 13 anni le venne tatuato all’arrivo ad Auschiwtz.
Ha parlato a braccio per le oltre mille persone che hanno affollato l’aula magna de La Sapienza, accolta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalle autorità accademiche, dal ministro dell’Università e Ricerca, Manfredi, dalla sindaca di Roma, Virginia Raggi, e dal presidente della regione Lazio, Zingaretti. Liliana Segre dice di ricordare un professore francese che le parlava di storia, una ragazza straniera con cui scambiava qualche parola in latino. Momenti preziosi in cui i deportati, trattati come cose, grazie alla cultura ritrovavano la loro umanità. “Uno studio importantissimo che, ripreso con grandissima fatica per una ragazza che aveva perso 2, 3 anni e aveva di mezzo quella esperienza e non un’altra, fu fonte di salvezza”.
Lo studio fonte di salvezza anche all’uscita da Auschiwtz per ritrovare se stessi, gli affetti perduti e un posto nel mondo, parole di una sopravvissuta che da anni con coraggio ci aiuta a fare memoria e con le quali ci chiede di non dimenticare le dinamiche che portarono al nazifascismo.
La sua esperienza si ritrova ora nell’azione politica cui è stata chiamata dal Presidente della Repubblica e che, oggi con la commissione parlamentare contro l’odio, ci indica la strada per costruire una società rispettosa di ogni identità.