CORONAVIRUS: L’epidemia del nuovo Millennio
Coronavirus, la nuova “Peste nera”, come è stata considerata da alcuni in riferimento al periodo manzoniano dei “Promessi Sposi”, sta minacciando il mondo.
I “coronavirus” non sono però una novità in campo medico perché si tratta di una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la polmonite. In particolare è un virus con un aspetto simile a una corona se visto al microscopio, e da qui il nome. Questi virus sono stati identificati già a metà degli anni Sessanta e sono noti per infettare l’uomo. Colpiscono le vie aeree e ad oggi, ne conosciamo sette tipi, tra cui la famigerata “Sars”. Il Coronavirus di oggi è però un perfetto sconosciuto perchè mai identificato dall’uomo.
E’ denominato anche Covid-19, dove “CO” sta per Corona, “VI” per Virus e “19” l’anno in cui si è manifestato. Appartiene alla stessa famiglia della SARS ma non è lo stesso virus. I sintomi più comuni sono la tosse e febbre, fino ad arrivare a quelli più gravi come la polmonite, gravi crisi respiratorie, fino alla insufficienza renale e poi alla morte. Non bisogna però allarmarsi perché, come ogni malattia respiratoria, la nuova infezione può provocare sintomi lievi o gravi. I soggetti più a rischio sono, come sempre, gli anziani o comunque tutte quelle persone affette da malattie preesistenti. Purtroppo questo nuovo Coronavirus si trasmette da persona a persona molto rapidamente, come si è potuto notare dall’inizio, quando dai pochi casi in Cina si è allargato in tutto il mondo. Essendo un virus respiratorio si trasmette inoltre attraverso la trasmissione di goccioline di saliva dalle persone infette con la tosse o lo starnuto, tramite le mani. Ad esempio toccando con mani contaminate bocca, naso ed occhi. Altri studi sono in corso per comprendere meglio le modalità di trasmissione, ma solo l’Italia con tre sue ricercatrici donne è riuscita ad isolare il virus, per studiarlo meglio e trasmettere i dati agli studiosi di tutto il mondo.
Allo stato attuale numerosi sono purtroppo i contagi in Italia, che si è classificata al terzo posto in una classifica mondiale per casi infetti, ma si tratta di una emergenza mondiale e l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dato delle linee guida a tutti gli organismi sanitari dei vari Paesi, per affrontare in modo uniforme il problema ed evitare che si trasformi in temuta pandemia.
Ritengo che il nostro sistema nazionale sia uno dei migliori al mondo, per cui penso che si stiano adottando tutte le misure necessarie per arginare l’epidemia che pare espandersi nonostante le misure adottate. Anche nella nostra Sicilia, dove il Presidente della Regione ha convocato i vertici operativi, alla presenza dell’Assessore alla Sanità, per concordare misure preventive omogenee da adottare in tutti i Comuni dell’isola per l’emergenza Coronavirus. La situazione si evolve ora per ora e dal 25 febbraio si è avuto il primo caso nell’isola con una turista bergamasca ricoverata presso l’ospedale “Cervello” di Palermo. Il marito e tutti gli altri turisti sono stati messi in quarantena nell’albergo ma la psicosi dilaga e ogni nuovo caso fa accrescere i timori di contagio che portano a comportamenti irrazionali di accaparramento di scorte nei supermercati, aumento ingiustificato del prezzo dei disinfettanti, episodi di razzismo nei confronti di cittadini cinesi…
Sembra di essere tornati ai tempi descritti da Manzoni o ai tempi della “Peste nera” del Trecento, con le stesse paure ed egoismi, ma oggi moltiplicati dalla massiccia quantità di notizie, vere e false, dilaganti sui social e dalla consapevolezza che la velocità degli spostamenti non è più quella di secoli fa e che bastano un paio di ore per spostarsi da un capo all’altro del pianeta, magari ospitando il visus e contribuendo alla sua diffusione.
Penso però che in questo particolare momento sia necessario che tutti i cittadini si mostrino razionali e collaborino attenendosi scrupolosamente alle regole di igiene personale. Bisogna essere molto prudenti e non sottovalutare la situazione, che rimane preoccupante, ma non bisogna comunque essere allarmisti.
Spero che al più presto i ricercatori trovino il vaccino, che l’epidemia resti circoscritta il più possibile e sono sicuro che questo sarà solo un brutto ricordo.
Giuseppe Levita
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.