GIOVANNI SAVINO, E “IL TAPPETO DI IQBAL”
Giovanni Savino, grazie alla determinazione molti ragazzi della strada hanno cambiato il loro destino. Presidente e fondatore della cooperativa sociale “Il tappeto di Iqbal”, un uomo che ha creduto in loro e li ha formati professionalmente e, soprattutto, umanamente.
«O prufesso’», come viene chiamato dai suoi ragazzi, ha iniziato la sua missione facendo animazione tra i più poveri del quartiere Barra a Napoli. Lì ha capito che importante compito doveva assumere: strappare alla strada quei giovani, evitandogli una vita di violenza e morte.
Attraverso l’arte, il gioco e lo sport, Savino e il suo team tolgono i ragazzini tra i 6 e i 19 anni dalla strada, avvicinandoli al mondo della giocoleria, del teatro e del parkour ormai da vent’anni.
Oggi sui palcoscenici di tutto il mondo sono loro i protagonisti, quei ragazzi cresciuti nella violenza, criminalità e soldi facili trasformati in artisti talentuosi. Durante la cerimonia di inaugurazione di Padova Capitale Europea del Volontariato del 7 febbraio, evento cui era presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “Il tappeto di Iqbal” ha portato in scena uno spettacolo appassionante, ricco di meraviglia che ha raccolto risate e ammirazione.
L’ iniziativa di Giovanni Savino sta raggiungendo numerosi traguardi ma per lui è una la vittoria più grande: “Antonio Bosso veniva da una famiglia legata alla criminalità. Aveva il sogno del parkour. Ho creduto in lui e oggi Antonio è uno dei componenti della nazionale italiana di parkour: rappresenterà l’Italia in Giappone ai Mondali del 2 aprile”.
Belle storie di vita, di fiducia e di amore nel prossimo e nella forza del proprio impegno al servizio di chi vive difficoltà e fragilità.
Claudia Previti IV C BS