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LA STORIA SIAMO NOI, NESSUNO SI SENTA ESCLUSO

La storia siamo noi – Francesco De Gregori

La storia, tra tutte le materie studiate a scuola, potrebbe non risultare statisticamente la più amata dagli studenti. Spesso infatti sento dire quanto sia “noiosa”, “complicata”, che ci sono “troppe date da ricordare”, o che addirittura sia solamente una ripetizione di date, cause e conseguenze. Forse questa valutazione potrebbe anche dipendere da come viene insegnata. In poche ore di lezione per anno scolastico si affrontano interi secoli, spesso con un approccio che non soddisfa la curiosità dell’alunno. Molti, anzi moltissimi, pensano che sapere ciò che è accaduto in passato non serva a nulla. Tutto è iniziato, è finito e stop. Questo con molta probabilità è il pensiero che accomuna la maggior parte degli studenti italiani. Ma, decisamente, non è così. Sono tanti i motivi per cui è, invece, il contrario. Un detto molto famoso recita: “Storia magistra vitae”, cioè “storia maestra di vita”. Parole più vere non ci possono essere. La storia serve a capire chi siamo. Da dove veniamo. Perché parliamo una determinata lingua. Perché siamo ciò che siamo e come lo siamo diventati. Per usare le parole di una celebre canzone di Francesco De Gregori: “La storia siamo noi, nessuno si senta escluso“.

La storia siamo noi, nessuno si senta escluso

Dal momento in cui l’identità di ciascuno dipende dal contesto culturale nel quale è cresciuto, conoscere quello nel quale ci si è formati vuol dire quindi capire sé stessi e, oltre a prendere consapevolezza delle nostre origini, comprendere anche il nostro presente. Solo una conoscenza della storia può aiutarci infatti a capire il senso di ciò che ci circonda. Questo accade per un motivo molto semplice e anche banale: essa è una raccolta estremamente vasta di precedenti. La maggior parte di ciò che vediamo oggi, ogni particolare, ogni edificio, piazza, chiesa, monumento, ma non solo, sono il frutto e la conseguenza di un qualcosa che è successo in un determinato istante, dieci, cento o anche mille anni fa. E dal momento in cui è così, e qualsiasi evento del passato ha presentato delle ripercussioni sul nostro oggi e queste sono state analizzate dai contemporanei e anche dai posteri, approfondire lo studio della storia rappresenta uno strumento importante per capire il presente.

La storia siamo noi, nessuno si senta escluso

La storia è una continua conseguenza, e se dalle azioni del passato capiamo il presente, da quelle del presente possiamo costruire il futuro. Certo, serve un certo lavoro di adattamento e di interpretazione, ma la base per rispondere c’è, e si ottiene solo con uno studio attento di essa. Un altro proverbio molto noto recita che la “storia ripete sempre sé stessa”, ciò perché, di volta in volta, certe cause e certi fenomeni sembrano ripetersi nel tempo, come se fossimo di fronte ad un ciclo che si perpetua rinnovandosi continuamente. E poichè “la storia siamo noi”, essa tende a ripetersi perché siamo noi gli attori protagonisti e l’animo umano è sempre lo stesso, e quindi si tendono a ripetere gli stessi errori e a rimediare ad essi quasi sempre allo stesso modo. Essa ha però anche un valore di magistero e può quindi ispirarci ad essere migliori, può renderci più umili, più consapevoli. Comprendendo la storia di un popolo o anche di una piccola comunità possiamo capire, sapere e trarne esempio. Oppure fare esattamente l’opposto e cercare di non commettere gli stessi sbagli. La storia è la nostra bussola, ci permette di stare al mondo indirizzati verso una determinata direzione. Privandoci della sua conoscenza saremmo invece disorientati e non riusciremmo mai a capire perché accadono certi eventi nè tantomeno dove stiamo andando.

Guardiamoci perciò indietro e riflettiamo sempre che “è la gente che fa la Storia e quando è il momento di scegliere e di andare te la ritrovi tutta con gli occhi aperti, che sanno benissimo cosa fare: quelli che hanno letto milioni di libri e quelli che non sanno nemmeno parlare. Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare…”

Martina Crisicelli

Classe III, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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