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I “Giusti tra le Nazioni”

I GIUSTI: Il 27 gennaio è la “Giornata internazionale della Memoria”, data in cui la feroce crudeltà dell’uomo verrà per sempre ricordata nella storia. In questo giorno sono ricordate tutte le vittime della Shoah e delle leggi razziali, ma anche la persecuzione di tutti coloro che erano sgraditi al nazismo: cittadini che sono stati deportati, fatti prigionieri e uccisi, anche coloro che, pur non essendo ebrei, hanno rischiato la propria vita per aiutare altri a salvarsi.

Questi sono i “Giusti”, ovvero persone comuni che, di fronte ad un’ingiustizia non sono riusciti a rimanere indifferenti, anche a rischio della propria vita. Secondo lo scrittore e giornalista Gabriele Nissin, fondatore in Italia nel 1999 di “Gariwo, la Foresta dei Giusti”, “i Giusti non sono né santi né eroi, ma solamente Giusti.

I "Giusti tra le Nazioni"

Giusto può essere ognuno di noi, con i suoi pregi e difetti, ma sempre pronto ad aiutare chi è in difficoltà, senza alcun tornaconto”. E’ grazie a Nissin che oggi molte città d’Italia e del mondo, ci sono i “Giardini dei Giusti”, luoghi di memoria e in cui sono stati piantati alberi, dedicati agli uomini e alle donne che, in ogni parte del mondo, hanno aiutato le vittime dei genocidi, delle persecuzioni.

I "Giusti tra le Nazioni"

Il primo “Giardino dei Giusti”, invece, è nato a Gerusalemme nel 1962, presso il museo di Yad Vashem, su volontà di Moshe Bejski che, salvato da Oskar Schindler, ha dedicato la propria vita a cercare chi, come questi, aveva mostrat di essere un Giusto durante la Shoah. Anche nella scuola secondaria “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto è presente un “Giardino dei Giusti” dove, come consuetudine dal 2013, il 27 gennaio 2020 sarà piantato un altro “albero dei Giusti”, quest’anno dedicato a una donna e insegnante: Clelia Calingiuri. Il primo “Giusto tra i Giusti” al quale è stato dedicato un ulivo dagli alunni della “Foscolo” è stato invece Giorgio Perlasca che, fingendosi console spagnolo, salvò la vita a più di cinquemila ebrei ungheresi portandoli via dalla deportazione nei campi di sterminio.

E’ da persone come loro, come i “Giusti”, come Perlasca e come tutti gli altri che silenziosamente hanno “saputo riconoscere la sofferenza e se ne sono presi carico” che, secondo me, tutti noi dovremmo prendere esempio. Per non dimenticare il passato, tutti i terribili avvenimenti che lo hanno caratterizzato, ma anche per costruire un futuro nel quale essere capaci di prevenire il male.

Aurora Biondo

Classe I, Scuola Sec. di 1° grado “Foscolo” di Barcellona P.G.

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